Le conoscenze finanziarie sono il tallone di Achille degli studenti italiani. Uno su cinque è 'low performer', cioè non possiede le competenze minime necessarie per prendere quelle decisioni finanziarie responsabili e ben informate necessarie per il futuro passaggio dal mondo della scuola a quello dell’università, al mondo del lavoro o a quello dell’imprenditoria.
E' quanto si evince dall'Indagine Ocse-Pisa 2018 sulla Financial Literacy, che ha misurato il livello di abilità finanziaria degli studenti italiani di 15 anni, paragonandolo a quello dei loro coetanei degli altri paesi Ocse. All'indagine hanno partecipato 9.122 studenti quindicenni, frequentanti Licei, Istituti tecnici, Istituti professionali e Centri di formazione professionale.
In Italia il 79% degli studenti raggiunge almeno il livello 2, cioè la sufficienza, ma nella media Ocse questo livello è raggiunto dall'85% degli studenti. Risultati insoddisfacenti anche per quanto riguarda i "top performer", cioè i più bravi, quelli che si attestano sul Livello 5: la percentuale di studenti in grado di risolvere i compiti più complessi è meno della metà di quella registrata a livello medio Ocse (4,5% contro il 10,5%).
A livello geografico, gli studenti del Nord e del Centro in misura maggiore dei loro coetanei del Sud dimostrano di saper affrontare compiti più complessi, mentre le aree del Sud si caratterizzano per una presenza maggiore di studenti 'low performer'. Nel Nord Est e nel Nord Ovest si osservano le percentuali più elevate di studenti che raggiungono almeno il Livello 2, rispettivamente l’87% e l’85%, e - di conseguenza - quelle più contenute di studenti 'low performer'.
Il Centro è sostanzialmente in linea con il dato medio nazionale, mentre nel Sud e nel Sud Isole si registrano le percentuali più elevate di studenti 'low performer', rispettivamente il 28% e il 31%. Anche la percentuale di studenti 'top performer' diminuisce dal Nord (6,9% Nord Ovest e 6,2% Nord Est) al Sud del paese (2,4% Sud e 2,1% Sud isole), mentre il Centro è in linea con il dato nazionale (4,5%).
Divari ancora più ampi si osservano tra le diverse tipologie di istruzione. Nei Licei troviamo la percentuale più elevata di studenti 'top performer' (7%) e, al tempo stesso, quella più bassa di 'low performer' (10%). Negli Istituti tecnici la percentuale di 'top performer' scende al 3%, mentre il 18% degli studenti non raggiunge il livello 2; meno dell’1% degli studenti degli Istituti professionali e della Formazione professionale sono 'top performer', mentre circa il 50% degli studenti sono 'low performer'.
Il termine che gli studenti italiani conoscono meglio è 'stipendio', quello che risulta quasi sconosciuto è 'interesse composto': lo conosce soltanto il 9% dei 15enni italiani, contro il 24% dei coetanei dei Paesi Ocse. La ricerca ha focalizzato che gli studenti dichiarano più frequentemente di parlare a casa dei soldi per gli acquisti desiderati: ne parla almeno una volta al mese circa l’87% degli studenti, sia in media a livello OCSE, sia in Italia. L’argomento meno trattato a casa riguarda le notizie di economia e finanza. Inoltre in Italia il 90% degli studenti afferma di rivolgersi ai genitori per avere informazioni su argomenti finanziari; l’83% consulta la rete; il 44% si rivolge ai docenti e il 41% agli amici.
Un ultimo aspetto riguarda la differenza di genere: i ragazzi italiani ottengono punteggi migliori delle ragazze e riescono a risolvere compiti più complessi in percentuale maggiore.
Nella maggior parte dei Paesi non ci sono differenze significative ma l'Italia è uno dei tre Paesi in cui c'è una differenza significativa a favore dei ragazzi. I ragazzi ottengono punteggi migliori delle ragazze e riescono a risolvere compiti più complessi in percentuale maggiore.