Mascherina, distanza di sicurezza, contatti ridotti al minimo: le disposizioni per la ripresa delle attività nella Fase due dell’emergenza coronavirus si azzerano sulla poltrona del dentista. E se finora gli italiani hanno messo in pausa la cura dei loro denti, il timore degli odontoiatri è che la rinuncia al ‘sorriso’ continui ancora, col rischio di sviluppare nuove patologie o di far peggiorare quelle già esistenti.
Gli stessi esperti del settore stimano un grosso calo iniziale: “Nel nostro settore parliamo prevalentemente di cure che possono essere rimandate ma non annullate del tutto”, ha dichiarato all’Agi Giuseppe Cicero, parodontologo palermitano inserito due anni fa dalla rivista Forbes nella classifica dei 30 under 30 più influenti d’Europa per aver messo a punto uno strumento innovativo che semplifica l’utilizzo della stampa 3D per la cura odontoiatrica.
Quali sono i rischi nel rimandare troppo a lungo una visita?
Molte volte l’aspetto prettamente estetico può attendere; gli aspetti funzionali (poter mangiare, poter tornare a sorridere, dolori) possono essere rimandati, ma di sicuro non trascurati per un lungo periodo perché un piccolo problema o un fastidio non trattati possono determinare una situazione molto più complessa proprio a causa della negligenza o dell’attesa”.
Sicuramente durante questa prima fase “è stato corretto e fondamentale rimanere a casa e solo spostarsi per le grandi emergenze; adesso bisogna tornare a prendersi cura della propria bocca perché sempre più spesso vediamo piccoli problemi trasformarsi in qualcosa di più serio e dunque procedure più lunghe per risolverli e anche costi molto più elevati”.
E’ davvero sicuro tornare a sedersi sulla poltrona del dentista?
Il nuovo corso della professione odontoiatrica sarà basato su una rinnovata sicurezza sanitaria reciproca che terrà conto principalmente del nostro paziente ma anche degli operatori e di tutto lo staff medico. In particolare:
- triage super scrupoloso che può essere effettuato anche per via telefonica;
- mai più sale di attese affollate di pazienti;
- pochi pazienti, a distanza di sicurezza e con dispositivi di protezione;
- mai più attesa, tutto dovrà essere programmato
- massima puntualità negli appuntamenti;
- le sedute saranno più lunghe e cercheremo di fare più prestazioni in ogni seduta;
- la zona operativa dovrà essere gestita nello stesso modo in cui vengono gestiti gli ambienti medico-chirurgici con gli stessi criteri di decontaminazione e sterilizzazione pre e post trattamento.
Dunque sta a noi medici odontoiatri, rispettando tutte le norme indicate dagli organi preposti, infondere nei pazienti sicurezza e fiducia, illustrando tutte le procedure sanitarie messe in atto e ricordando l’importanza della tempestività della risoluzione di una patologia odontoiatrica. I pazienti non dovranno avere paura di tornare dal dentista perché oggi si può operare in totale sicurezza se si rispettano tutte le norme indicate dagli organi preposti.
Un aiuto potrebbe arrivare dalla telemedicina
Sicuramente oggi la telemedicina può essere di grande aiuto. La mia attività professionale già si svolge tra l’Italia e l’America e negli USA oggi stiamo utilizzando questo strumento moltissimo e con grande successo. La telemedicina di sicuro non sostituirà la prima visita con il dentista ma ci aiuterà a capire ed inquadrare il problema prima di avere il paziente in studio.Oggi realizziamo sessioni video faccia a faccia con i nostri pazienti nelle quali cerchiamo di rispondere a tutte le loro domande così da essere pronti per intervenire quando arriveranno in studio.
Non dobbiamo pensare solo ai pazienti che vivono magari vicino allo studio ma anche ai pazienti provenienti da aree più lontane o da tutta Italia. Per esempio io mi prendo cura di persone provenienti da tutti i paesi d’Europa; poter già fare una visita attraverso una video-conferenza, spiegare al paziente tutte le procedure da effettuare prima e dopo l’intervento, rispondere alle loro domande è qualcosa di molto importante, che solitamente richiede molto tempo in presenza (un’ora circa) e anche qualche visita in più.
Quali sono i limiti?
La telemedicina, pur nella sua efficacia, non si presta a sostituire la prima visita in presenza, che rimane irrinunciabile e di fondamentale importanza. Si può ridurre il tempo necessario a condurla semplicemente confermando ciò che è emerso in video conferenza. A volte i pazienti ci consultano per avere diversi pareri da più fonti; la telemedicina va incontro alle esigenze del paziente anche in tal senso, consentendo di rispondere alle domande e chiarire in via preliminare alcuni aspetti del problema presentato.
Qual è, allora, il suo punto di forza?
Con la telemedicina nel nostro campo non parlerei di cure o trattamenti ma di screening del problema. Attraverso una dettagliata video conferenza con lo specialista, soprattutto se si hanno delle foto e radiografie, di cui molto speso oggi i pazienti sono in possesso, si può identificare il problema, inquadrare la situazione, elencare le possibili soluzioni e quindi già instradare il paziente verso una cura o l’altra. A questo punto basta una veloce visita in presenza per riconfermare tutto e iniziare subito l’intervento. Si può, quindi, eliminare la prima visita generalmente lunga, fare arrivare il paziente già consapevole degli step successivi ed operarlo nella stessa giornata. Questo agevola molto i pazienti che risiedono in luoghi lontani dallo studio professionale.
La telemedicina oggi è di fondamentale importanza per eliminare tutte le visite superflue dal dentista e andare direttamente al cuore del problema. E questo non è poco. Vediamo, infatti, moltissimi casi che potevano essere risolti attraverso una semplice video conferenza tra lo specialista e il paziente.
E’ già diffusa in Italia? Qual è il costo?
Di sicuro è più diffusa negli Stati Uniti dove anche le assicurazioni odontoiatriche ne coprono I costi e dove gli stessi ordini invitano iI dentista a farne un uso ancora maggiore durante questa fase di rallentamento o ripresa delle attività. In Italia si sta già utilizzando e credo che, se correttamene usata, porterà grandi benefici. Anzi, il ricorso alla telemedicina rimarrà un valido strumento di supporto all’attività professionale anche ad emergenza finita, contribuendo alla risoluzione immediata di problemi e consentendo un risparmio di risorse, tempio ed energie a vantaggio del paziente, senza per questo compromettere la qualità dei servizi.
La tecnologia come best practice in aiuto del paziente e del medico. In questa direzione va l’utilizzo della stampa 3 D con cui si è fatto conoscere negli Stati Uniti
“Il presente ci ha insegnato infatti che la tecnologia può venire in nostro soccorso, lo stesso vale per la medicina. Noi nel nostro piccolo ci siamo impegnati nel migliorare le diagnosi e limitare al massimo errori clinici attraverso l’utilizzo della stampa 3D per creare chirurgie sempre più su misura. Abbiamo facilitato la conversione di TAC in modelli 3D con 3 semplici click rendendo la procedura accessibile a tutti gli studi dentistici. In questo la tecnologia oggi ci sta aiutando tantissimo nel limitare errori, nel velocizzare terapie e nel poter programmare tutto anche al di fuori della bocca del paziente dove simulare chirurgie in modo preciso è possibile oggi”.