L’idea di andare al mare rinchiudendoci in cupole di plexiglass non ha convinto nessuno fin da quando è stata proposta. Ok la distanza sociale, ok a tutte le precauzioni proposte dal governo, ma la soluzione è sembrata fin dall’inizio non solo poco funzionale ma anche esteticamente mortificante.
Come si può declinare la nostra quarantena in spiaggia? Come potremo provare a coniugare sicurezza e mare? Un’altra idea, dal design decisamente più accattivante, è venuta a Cristina Fera, 29 anni, architetto siciliano, per la precisione di Messina, trasferita ormai da qualche anno a Milano dove lavora nel settore della moda. “Si tratta di una sorta di bungalow a forma di girandola, espandibile fino ai quattro metri e mezzo”
Perché proprio una girandola?
“La girandola nasce dalla necessità di poter avere tutto ciò che si desidera dal nostro mare, nonostante i sacrifici che il periodo ci costringe a fare. Potremmo avere una corretta esposizione al sole, per chi volesse abbronzarsi e per chi volesse proteggersi non rinunciando alla brezza marina; e inoltre consente un corretto ricircolo dell’aria attraverso lo sfruttamento del vento e le aperture strategiche della struttura”
Che vantaggio offrono le tue girandole rispetto al plexiglass?
“A parte la forma, la particolarità sono i materiali che vorrei utilizzare, più adatti e conformi al paesaggio marino. Il materiale con il quale rivestire i pannelli oltre ad essere lavabile e igienizzabile, assorbe i raggi del sole senza creare una cappa di calore all’interno del bungalow. Lavorando nella moda è chiaro che per me fosse fondamentale la scelta del tessuto da utilizzare. Quello a cui sto pensando, che alla vista e al tatto può sembrare lino, fa da schermatura per l'aria, bloccandola e tenendoci al sicuro, ma la sua leggerezza asseconda i movimenti del vento e l'orientamento del pannello consente poi l'ingresso dell'aria, veicolandola”
Dalla moda ai bungalow per la spiaggia, perché?
“Guardando le immagini sul web, in cui è stata proposta una sequenza di cabine in plexi collocate all'interno delle nostre spiagge e dei nostri lidi, ho pensato che non fosse possibile non avere un'alternativa funzionale, ma anche esteticamente adatta al nostro mare. Da qui ho deciso di studiare un modello di cabina che consentisse di poter vivere l’estate, seppur in maniera atipica”.
Cos’è che non va nel plexiglass?
“Il plexiglass, quando viene investito dai raggi solari, surriscalda tutto ciò che c’è al suo interno e l’aumento della temperatura sostanzialmente trasforma quella cabina in una specie di serra”.
Le tue girandole sono già realizzabili?
“Ho già in mente il tessuto che vorrei utilizzare, le aperture, la forma e soprattutto il risultato che voglio ottenere, ma siamo chiaramente in una fase preliminare, di studio e c'è ancora tanta strada da fare. Inoltre potrei dover apportare delle modifiche dato che la situazione per quanto riguarda l’estate non è ancora definita, potrebbero uscire altri decreti o potremmo ricevere altre indicazioni su come usufruire delle nostre spiagge. Quello che mi auguro sinceramente è che non ci sia nemmeno bisogno di queste precauzioni e che le mie girandole, magari, possano finire in spiaggia solo perché considerate, a prescindere dall’emergenza sanitaria, semplicemente belle. Questo sarebbe il massimo”.