Al funerale c'era troppa gente, chiamata in chiesa per la messa funebre, e il parroco è stato redarguito e multato dai carabinieri che hanno fatto irruzione durante l'omelia. È successo lunedì scorso a Soncino (Cremona) nella chiesa della frazione Gallignano dove sono state 'sorprese' 13 persone: oltre al parroco che stava celebrando la messa anche un diacono, un organista e tre chierichetti.
Stupore e rabbia da parte del religioso all'irruzione dei carabinieri a cui il prete ha rimarcato che le persone tra i banchi erano "ben distanziati, con tanto di mascherina e guanti com'è giusto che sia".
Giustificazione che non ha convinto i militari, che hanno contestato al religioso una violazione del DPCM in materia di emergenza sanitaria stilando un verbale da 280 euro. Don Lino Viola non ha voluto sentire ragioni e ha annunciato che chiederà la "grazia" al prefetto. "In una chiesa di 350 metri quadrati c'erano 13 persone - ha detto il parroco -. Scriverò al prefetto perché le modalità usate dai carabinieri sono inaccettabili".
"A un sacerdote esterrefatto per quanto accaduto a un confratello nella diocesi di Cremona ho detto: deve essere difeso il principio che a nessuna autorità è consentito di interrompere la messa. Se il celebrante è reo di qualche infrazione sia ripreso dopo, non durante!" ha poi scritto su Twitter il cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.
Per la diocesi di Cremona, che ha espresso rammarico per l'accaduto, il sacerdote però ha sbagliato. In una nota ha sottolineato che non ha potuto "non sottolineare con dispiacere che il comportamento del parroco è in contraddizione con le norme civili e le indicazioni canoniche che ormai da diverse settimane condizionano la vita liturgica e sacramentale della Chiesa italiana e cremonese". E questo pur mostrando comprensione "dell'intima sofferenza e del profondo disagio di tanti presbiteri e fedeli per la forzata e prolungata privazione dell'Eucaristia" .