Un forte appello all'Europa affinché ritrovi quella unità "fraterna che hanno sognato i padri fondatori". Papa Francesco stamani, introducendo la messa a Casa Santa Marta, prega per l'Europa e sottolinea ancora una volta come in "questo tempo nel quale è necessaria tanta unità, fra noi, fra le Nazioni", l'Europa deve riuscire "ad avere questa unità".
Più volte il Papa si è appellato all'unità europea: l'ultima, in ordine di tempo, nel suo messaggio pasquale. Bergolio aveva in quella sede sottolineato come questo non sia "il tempo degli egoismi" e "delle divisioni" e aveva parlato di "una sfida epocale" che l'Europa ha di fronte a sè, "dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero". "L'alternativa è solo l'egoismo degli interessi particolari e la tentazione di un ritorno al passato", aveva avvertito il pontefice, chiedendo a "quanti hanno responsabilità nei conflitti" di avere il "coraggio di aderire all'appello per un cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo".
"Come la tragica pandemia di coronavirus ci sta dimostrando, soltanto insieme e facendoci carico dei piu' fragili possiamo vincere le sfide globali", ha detto Francesco oggi nel corso dell'Udienza Generale nella quale ha pronunciato una speciale catechesi in occasione della 50esima Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) - dedicata proprio a lui -, nel quinto anniversario della sua Lettera Enciclica Laudato si'. Occorre crescere nella coscienza della cura della casa comune, che è stata "inquinata e depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita".
Risvegliare quindi le coscienze: "Abbiamo bisogno di una conversione ecologica che si esprima in azioni concrete. Come famiglia unica e interdipendente, necessitiamo di un piano condiviso per scongiurare le minacce contro la nostra casa comune", ha continuato Francesco che ha esortato "quanti hanno autorità a guidare il processo che condurrà a due importanti Conferenze internazionali: la COP15 sulla Biodiversità a Kunming (Cina) e la COP26 sui Cambiamenti Climatici a Glasgow (Regno Unito). Questi due incontri sono importantissimi - ha aggiunto il Pontefice -. Vorrei incoraggiare a organizzare interventi concertati anche a livello nazionale e locale. è bene convergere insieme da ogni condizione sociale e dare vita anche a un movimento popolare 'dal basso'".
Il Papa ha espresso apprezzamento sincero per le iniziative dei vari movimenti internazionali e locali che si sono formati per "risvegliare le coscienze", ma "sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c'è
futuro per noi se distruggiamo l'ambiente che ci sostiene", ha aggiunto.
"Abbiamo peccato contro la terra, contro il nostro prossimo e, in definitiva, contro il Creatore", ha continuato citando un detto spagnolo: "Dio perdona sempre; noi uomini perdoniamo alcune volte si' alcune volte no; la terra non perdona mai". "La terra non perdona: se noi abbiamo deteriorato la terra, la risposta sarà molto brutta", è il suo monito. Ed è forte anche il richiamo alla contemplazione, a quella saggezza del "buon vivere" dei popoli originari, intesa da loro non nel senso "di passarsela bene" ma del "vivere in armonia con la terra".
Ricordando che le tragedie naturali "sono la risposta della terra al nostro maltrattamento", perchè "siamo stati noi a rovinare l'opera del Signore", Francesco ha rimarcato quanto serva "ripristinare un rapporto armonioso con la terra" che "non è un deposito di risorse da sfruttare". E il rapporto armonioso deve essere anche con il resto dell'umanità, "nel nostro rapporto con la gente, con il prossimo, con i piu' poveri".