Una nuova stagione teatrale, più accessibile al pubblico italiano e in diretta streaming. Potrebbe essere questa la grande novità dell’anno che verrà, per la Scala di Milano.
Secondo quanto appreso dall’AGI è su queste direttrici, che si sta muovendo il dialogo tra Fondazione e sindacati. Se è vero che cinema e teatri saranno gli ultimi a riaprire dopo la serrata imposta dal coronavirus, con un accesso al pubblico che potrebbe tornare libero non prima dicembre (come trapelato dalle ultime road map stilate a livello centrale), la stagione a venire dovrà nettamente cambiare.
Tra i musicisti inoltre c’è la convinzione che i teatri saranno gli ultimi ad aprire vista la difficoltà di indossare mascherine e guanti e di mantenere le distanze per chi suona uno strumento o canta in un’orchestra.
Il grande teatro d’Opera dovrà pensare ad una perdita di pubblico straniero fino al 30%, considerando la riduzione dei voli internazionali, con una conseguente contrazione dei ricavi. Il teatro si dovrà attrezzare per raggiungere di più il pubblico interno e milanese, in particolare, e dunque l’accordo con i sindacati potrebbe convergere su una “stagione di emergenza” come quella richiesta dall’inizio dell’epidemia, con più titoli della tradizione e in italiano.
Ma è una la grande novità che si appresta ad arrivare, anche per il pubblico d’oltreconfine: la trasmissione delle opere in diretta streaming, con la vendita dei biglietti online.
In questi giorni sono infatti in corso delle verifiche da parte di un pool di tecnici all’interno del Piermarini, per l’installazione di un impianto di telecamere comandate da una regia centrale, che potrebbero mostrare online gli spettacoli. Una soluzione a cui sta lavorando con convinzione il nuovo sovrintendente Dominique Meyer, che l’avrebbe già sperimentata a Vienna con grandi risultati (oltre 100 mila contatti per ogni proiezione).
A questo progetto i musicisti scaligeri sono pronti a lavorare già da settembre, dedicando l’orario di lavoro interamente alla realizzazione degli spettacoli, e alle prove, anche se il teatro non sarà accessibile al pubblico.
Il Teatro alla Scala inoltre proverà ad aprirsi al territorio con trasferte all’interno della Lombardia: potrebbero essere proprio Bergamo e Brescia le due città dove esibirsi, appena sarà possibile, con manifestazioni per ricordare le vittime del Covid-19.
Quanto agli accordi in corso tra la dirigenza e i sindacati degli orchestrali per la ripresa delle attività, si sta pensando di chiedere l’accesso al Fis, il fondo di integrazione salariale per i lavoratori dello spettacolo, previsto dall’Inps. Per evitare la perdita dei posti di lavoro una parte dei fondi che serviranno a pagare gli stipendi con tutta probabilità saranno anticipati dal teatro, in cambio della rinuncia ad un anno di rinnovo contrattuale, come era stato siglato nel precedente accordo.