Lo Stretto come un cappio. Lo avverte così il sindaco di Messina, Cateno De Luca, che su quella striscia di mare è pronto a giocarsi la sua fascia tricolore. Denunciato per vilipendio dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, responsabile secondo il primo cittadino di un "depistaggio di Stato che ha impedito di fermare realmente gli sbarchi in Sicilia" - con auto e persone "che per troppo tempo sono approdate senza problemi, compresa la Renault 4 con artisti di strada che giunta dalla Francia continua a scorazzare indisturbata nell'Isola" - adesso subisce un nuovo colpo: il parere del Consiglio di Stato contro la sua ultima ordinanza.
Così sbotta: "Vogliono ammazzare il sindaco di Messina. Ma per uccidermi non basta il parere autorevole del Consiglio di Stato. Questa ordinanza è in vigore e resta valida... è più facile mandarmi via, rimuovermi dalla carica di sindaco che annullarla. Volete farmi fuori? Non mi piego a questo delitto di Stato". Quel che è certo è che il Consiglio di Stato ha espresso con la massima urgenza, parere favorevole sulla proposta del ministero dell'Interno per annullamento, in via straordinaria, dell'ordinanza comunale.
Questa impone a chiunque intende fare ingresso in Sicilia attraverso il porto di Messina, sia che viaggi a piedi sia che viaggi a bordo di un qualsiasi mezzo di trasporto l'obbligo di registrarsi, almeno 48 ore prima della partenza, nel sistema di registrazione on-line www.sipassaacondizione.comune.messina.it, fornendo una serie di dati identificativi e di informazioni personali, e di attendere il rilascio da parte del Comune di Messina del nulla osta allo spostamento. Al parere seguirà una deliberazione del Consiglio dei ministri che dovrà essere recepita con decreto del presidente della Repubblica.
"Altro che colpo di Stato... - rincara la dose De Luca - si vuole prendere di mira chi non è d'accordo con loro. Fate prima a revocarmi. Non mi fermo di fronte a questa pistolettata, pronti a fare le nostre mosse e i nostri ricorsi". Stamane, nel primo giorno di applicazione dell'ordinanza, si è presentato al porto per i controlli, precisando che si tratta di un avvio transitorio in vista della piena applicazione programmata per sabato prossimo.
Lo scorso 26 marzo la titolare del Viminale aveva segnalato all'autorità giudiziaria i comportamenti tenuti dal sindaco di Messina perché censurabili sotto il profilo della violazione dell'articolo 290 del Codice penale (Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate). Una decisione assunta "a seguito delle parole gravemente offensive e lesive dell'immagine per l'intera istituzione pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari. Il successivo 3 aprile la procura di Messina ha chiesto l'autorizzazione a procedere al ministro della Giustizia. La partita sullo Stretto si fa sempre più insidiosa e decisiva per De Luca, detto 'Scateno'.