"Con il coronavirus qualcuno ha sbagliato i conti"
“Il reale andamento dell’epidemia potrebbe essere diverso da quello mostrato dalla Protezione civile. Il picco potrebbe essere avvenuto in anticipo rispetto a quello ufficiale”. Ne è convinto Daniele Del Re, docente di Fisica alla Sapienza di Roma che in un’intervista al Corriere della Sera dice di essere arrivato a queste conclusioni attraverso uno studio firmato assieme a Paolo Meridiani, ricercatore dell’istituto nazionale di fisica nucleare, pubblicato su Medium.com.
L’idea di mettersi a studiare i dati dell’epidemia da Covid-19, racconta il docente, è nata dalla curiosità scientifica “di capire la fase delicata del contagio” e l’approccio è stato quello di “contare le particelle” e ciò che ci “ha colpiti è il fatto che le fonti ufficiali continuassero a ritenere il rallentamento del contagio inferiore alle attese” e quindi “siamo allora andati a vedere i dati Istat sulla mortalità da inizio anno 2020 fino al 21 marzo, quelli fino ad oggi disponibili, riguardanti 1084 comuni, molti dei quali al Nord, pari al 20% della popolazione italiana. Le morti giornaliere sono state confrontate con gli anni precedenti. Dalle tabelle emerge un eccesso di decessi da ascrivere al Covid-19”.
La conclusione per Del Re è stata che “soprattutto nella prima fase della epidemia il numero dei decessi per Covid è stato sotto-stimato” mentre poi “i bollettini sono diventati più puntuali facendo più tamponi”, ma un fatto è netto: “La curva tracciata in base ai dati Istat mostra una discrepanza rispetto a quella della Protezione civile” spiega il professore, secondo il quale si presume che il picco “sia arrivato in anticipo”.
Quindi un auspicio: “È un messaggio positivo in questo studio. Così come il contagio va retrodatato, lo stesso potrebbe valere per il rallentamento dell’epidemia. Magari siamo messi meglio di quanto crediamo".