Mascherine sì o no? Usare anche solo le mascherine chirurgiche, o persino quelle più "improvvisate", a detta di molti esperti (ma soprattutto di chi ci è già passato, come i medici e gli scienziati cinesi) può comunque contenere la pandemia, perché se tutti le indossassero i rischi che un eventuale malato, anche asintomatico, riesca a trasmettere il virus tramite i famosi 'droplet', le goccioline di saliva che emettiamo, sarebbero molto ridotti. Ma la posizione ufficiale dell'Oms, e di conseguenza del ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità, è sempre stata un'altra: mascherine filtranti per gli operatori sanitari, chirurgiche per i malati o per chi è stato a stretto contatto. Per gli altri, sostanzialmente, prevale la regola di mantenere la distanza di almeno un metro (ma sarebbe meglio due) da altre persone.
La svolta, a livello di percezione dell'opinione pubblica, è arrivata probabilmente a metà marzo, con l'arrivo del celebrato team di medici ed esperti cinesi. Milioni di italiani in tv li hanno visti sorridere alle telecamere, tutti con mascherine immacolate e perfettamente aderenti al volto. Inevitabile che in molti abbiano fatto due più due.
Ma la galleria delle parole pronunciate dai protagonisti di questa vicenda nelle ultime settimane offre messaggi a dir poco contraddittori.
Ha ragione Borrelli o Fontana?
"Non uso la mascherina, ma rispetto le regole del distanziamento sociale", ha dichiarato qualche giorno fa il capo del dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli. Aggiungendo: "La mascherina è importante, se non si rispettano le distanze, per evitare l'infezione da virus". Posizione in contrasto con l'ordinanza della Regione Lombardia che lo stesso giorno ha reso obbligatorio l'uso delle mascherine (o in caso di carenza, anche di alternative fai da te).
"Nell'ordinanza - spiegava il governatore Attilio Fontana - abbiamo detto che ogni volta che ci si reca fuori dall'abitazione si devono adottare tutte le misure precauzionali consentite e adeguate a proteggere se stessi e gli altri dal contagio, anche utilizzando la mascherina. O, in subordine, utilizzando qualunque altro indumento per coprire il naso e la bocca". Due posizioni distanti, dunque.
Vanno usate anche in casa?
Il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, ha ribadito lo stesso giorno che l'uso delle mascherine "in questo momento certamente non l'abbiamo ancora data come indicazione". E continuava: "Quello della mascherine è un argomento in cui non esistono evidenze fortissime, sappiamo perfettamente che sono utili per prevenire il contagio da parte di un soggetto che alberga Covid-19 considerando anche l'esistenza di una quota di asintomatici infettanti. In questo possono essere di utilità, ma la misura fondamentale rimane quella del rispetto del distanziamento sociale".
Una posizione a metà quindi che è in contrasto con quanto dichiarato, praticamente da sempre, da Andrea Crisanti, responsabile del Dipartimento di Medicina molecolare dell'Università di Padova. "Le mascherine sono fondamentali", ha affermato. "Sarà meglio usarle anche in casa".
Per Burioni dovrebbero portarla tutti
A favore della mascherina anche il virologo Roberto Burioni: "Tutti dovrebbero portare la mascherina". Decisamente pro mascherine anche i chirurghi, che in una nota congiunta di tutte le associazioni il 4 aprile hanno sottolineato: "A seguito della riconosciuta efficacia dell'uso di coprire naso e bocca in caso di malattie a diffusione per via aerea si sollecitano tutte le Autorità e Amministrazioni a provvedere affinché cio' venga recepito dalla totalità della popolazione".
E proprio oggi lo stesso commissario straordinario Domenico Arcuri ha avvertito: "Credo che per molto tempo molti di noi, se non tutti, ci dovremo abituare ad utilizzare questo strumento di protezione". E ancora: "Dal momento che il nuovo coronavirus è diffuso ormai in tutta Italia, indossare la mascherina ogni volta che si entra in contatto con altre persone è di grande importanza per evitare la diffusione dell'infezione", sostiene da settimane Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Pavia.
La giravolta di Ricciardi
Posizione contraria, almeno all'inizio, quella del consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, l'igienista membro del board dell'Oms Walter Ricciardi, che nel giro di poche settimane è passato dal dichiarare "le mascherine non servono a niente per le persone non contagiate" ad ammettere "in questo momento sì" alla domanda se non fosse meglio che chiunque abbia la possibilità indossi la mascherina. Complice, ovviamente, il fatto che nel frattempo il numero dei casi era aumentato esponenzialmente. Tanto che anche il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro ha detto che "aiutano senz'altro a tutelarsi dal contagio".
Ma la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha tenuto posizioni contraddittorie: la prima indicazione era quella di indossare le mascherine "solo se si sospetta di aver contratto il nuovo coronavirus e se presenti sintomi quali tosse o starnuti", mentre l'infettivologo David Heymann dell'Oms ha riferito che un dibattito è in corso per un eventuale cambiamento di rotta sull'uso delle mascherine. Cambiamento di rotta che non c'e' stato: proprio oggi è stato diffuso un nuovo documento, in cui si ribadisce, deludendo molte attese, che "indossare una mascherina è una delle misure di prevenzione che possono contenere il contagio di diverse malattie respiratorie virali, compresa Covid-19. Tuttavia, il solo uso della mascherina è insufficiente a fornire un adeguato livello di protezione, e altre misure dovrebbero essere adottate", cioè soprattutto il distanziamento sociale e il lavarsi frequentemente le mani.
Ma soprattutto, nota l'Oms, "attualmente non ci sono evidenze che indossare una mascherina da parte di una persona sana, anche in un contesto generale in cui si indossano universalmente, possa prevenire l'infezione di un virus respiratorio, compreso Covid-19". Netto il giudizio su twitter dello stesso Burioni: "Oms sempre più deludente. Mah".