Appena assunto si è visto chiudere, a causa dell'emergenza coronavirus, la biblioteca dove avrebbe dovuto lavorare. Non si è arreso all'inattività forzata e così, ogni sera, dal lunedì al venerdì, Salvatore Gusinu, giovane bibliotecario di Padru, comune di poco più di duemila abitanti in provincia di Sassari, pubblica su Instagram e Facebook un video dove interpreta una fiaba o una favola per i più piccoli.
La sua non è, però, una semplice lettura, ma una specie di teatrino, che mette in scena sui social, con l'ausilio di una scenografia e personaggi che disegna e colora lui stesso. Ha cominciato il 16 marzo scorso, con l'intento di regalare un po' di divertimento e svago ai più piccoli, costretti a stare a casa per l'emergenza Coronavirus. All'inizio, ha pensato che potesse essere un esperimento di 5 giorni, poi, però, convinto dai tantissimi messaggi ricevuti in privato da numerosi genitori, entusiasti per come riuscisse a intrattenere i loro figli, ha deciso di continuare.
Dopo i racconti classici come 'Cappuccetto Rosso', 'Il brutto anatroccolo', 'I tre porcellini', 'Pollicino' e 'Il gatto con gli stivali', con il trascorrere dei giorni, anche per variare un po', ha deciso di dare sfogo alla propria fantasia. Guidato dalla sua creatività, ha preso carta e penna, ha iniziato a immaginare, a inventare e a scrivere delle fiabe ambientate in Sardegna, per raccontarle sui social.
“Ho vinto il concorso per bibliotecario, indetto a dicembre scorso dal comune di Padru - spiega Gusinu, interpellato dall'AGI -. La collega che c'era prima di me era andata in pensione e la biblioteca era chiusa da due anni. Nel momento in cui ho preso servizio, mi sono dato da fare per sistemarla. Ho spolverato i libri, spostato gli scaffali e tinteggiato le pareti, per dare una rinfrescata, in vista della riapertura al pubblico, che era stata precedentemente fissata per lo scorso 6 marzo”.
Con la pubblicazione delle norme contenute nel decreto del governo, non è stato possibile accogliere le persone. Il giovane bibliotecario non si è scoraggiato. “Visto che in questo momento non ci si può entrare - sottolinea - mi è venuta l’idea di raccontare le favole sui social, soprattutto pensando a tutti quei bambini che ora, stando dentro casa, magari in appartamento, sono un po’ sacrificati”.