Vita da clausura per Assunta Podda, classe 1919, di Arzana, rappresentante di quell’Ogliastra conosciuta nel mondo per i primati della longevità. Nei giorni del coronavirus la signora ha chiuso le porte di casa, nel comune abbarbicato sui monti, solo a qualche chilometro dalle spiagge e dalle località turistiche: “In questo periodo non voglio che venga nessuno”, dice risoluta. “Solo le mie due nipoti, che mi aiutano per la cura personale e tengono la casa in ordine”.
Nubile per vocazione, la vegliarda ha vissuto sempre con la sorella Ida, oggi 92enne, che invece ha messo su famiglia. Insieme anche in questo tempo segnato dall’epidemia, che tiene tutti tra le mura domestiche. “Il nostro lavoro oggi - spiega - è guardare la tv, oltre a chiacchierare e ricordare il tempo passato”.
L’attualità con i problemi della pandemia, però, non le sfugge: “Ci informiamo dai telegiornali. Compriamo anche il quotidiano, anche se leggere ora mi stanca”. Il suo giudizio è netto: “Una situazione brutta, che neppure la guerra era riuscita a determinare. Sono chiuse le scuole, gli uffici, persino le chiese, come non era mai successo”. Anche per la centenaria la consegna è non esporsi. Nonostante sinora la sua salute forte abbia finora prevalso. Tanto da non aver varcato la porta dell’ospedale se non in età ormai avanzata, per un intervento di cataratta.
La fibra è quella della gente d’Ogliastra, dove si campa molto più a lungo di tante altre regioni del pianeta. Il segreto nel cibo, nell’aria incontaminata, ma ha il suo peso anche la serenità della vita, lontana dallo stress. La genetica è l’altro elemento decisivo, secondo i ricercatori che hanno studiato gli ultracentenari tra Villagrande, Jerzu, Perdasdefogu, Seulo e, appunto, Arzana.
A confermarlo gli studi dell’associazione Akea (acronimo di A kent’annos, a cent'anni) dell’università di Sassari. Arzana vi è entrata a buon diritto anche grazie ai primati recenti, quelli di Raffaela Monne, arrivata alle 109 primavere, e Cicita Manca, appena indietro, con 106. Oggi il testimone lo tiene la compaesana Assunta Podda, che rassicura sulle sue condizioni: “Sto benino. Posso camminare e parlare. A cent’anni compiuti non si può pretendere di più”.
Assunta Podda ricorda, con la sorella Ida, le camminate di alcuni chilometri in direzione di Tortolì, dove la famiglia possedeva il suo appezzamento di terra, da coltivare a grano, ortaggi e frutta: “Gli orti consentivano a tutti di avere i prodotti per il sostentamento. Gli unici periodi difficili sono stati quelli della guerra e del dopo-guerra, soprattutto perché poi arrivò una lunga siccità, intorno al 1945”.
Ma per la centenaria dell’Ogliastra non c’è confronto con la situazione attuale: “Le conseguenze della guerra erano soprattutto per chi stava al fronte. Ora con questa epidemia siamo tutti coinvolti e in qualche modo danneggiati. Speriamo passi in fretta”.