"Dico no a un esame di Stato che, pur di apparire severo, crei condizioni psicologiche di ansia alle quali i ragazzi non possono essere pronti in questo momento, perché stanno già combattendo una battaglia enorme". Lo afferma all'AGI Maria Paola Murru, preside del liceo salesiano Maria Ausiliatrice di Roma, che, in questi giorni di grande incertezza per la scuola, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera a Lucia Azzolina per contestare i criteri di "severità" della prova di maturità, più volte citati dalla ministra.
L'idea avanzata da Murru, e sulla quale invita a riflettere chi sta facendo proposte operative, è che si permetta alle scuole di valutare i ragazzi sulle base delle competenze "trasversali" che hanno acquisito nei 5 anni di studio, "come si fa all'estero", accompagnandoli "con equilibrio e umanità".
"Quando lei dice di voler assicurare un esame serio ai nostri ragazzi dell’ultimo anno - argomenta la preside nella sua missiva - io faccio davvero fatica a capire per serio che cosa si possa intendere. I nostri ragazzi vivono da un mese una situazione di estrema serietà, chiusi in casa a condividere con i loro cari ansie, paure, perdita di lavoro, malattie di parenti, amici e magari le loro stesse malattie e ancora i rischi o addirittura i numerosi lutti senza neppure avere la possibilità di un saluto. Mi chiedo cara ministra cosa possa essere più serio di tutto ciò".
"La grande vera serietà, mi consenta - prosegue la preside - la stanno scrivendo quotidianamente con le pagine delle loro storie personali, che resteranno a testimoniare ai posteri la serietà della loro speranza, nonostante tutto, nonostante le cronache di morte e di desolazione attorno. Forse non conosceranno i dettagli delle guerre mondiali, ma avranno opportunità di approfondirle in seguito, mi creda, ma conosceranno tutto di quel virus che è stato più potente di tante guerre perché, turbando la loro vita, sconvolgendo i loro sogni e progetti avrà insegnato la vera grande e unica serietà che è quella limitatezza della condizione umana di fronte all’imponenza prevalente della natura. Se avranno appreso questo ministra, a pieno titolo grande chapeau alla maturità honoris causa dei maturati 2020. Con ciò non intendo naturalmente richiedere una banale sanatoria per tutti, ma solo portare all’attenzione di chi sta elaborando proposte operative, un’ulteriore riflessione, che tenga presenti alcuni elementi che non mi sembrano del tutto irrilevanti".
Nella condizione di quarantena imposta dall'epidemia la scelta della didattica a distanza era obbligata, "ma naturalmente - osserva nella lettera Maria Paola Murru - questo è diventato anche un elemento discriminante tra ragazzi più o meno abbienti. Si pone il problema della valutazione - sottolinea - e giustamente nessuna linea guida ad oggi è stata proposta, lasciando piena autonomia alle scuole per le troppe diversità di condizioni e contesti".
La preside auspica pertanto, parlando ancora con l'AGI, che dal ministero dell'Istruzione arrivi al più presto l'indicazione di quali competenze tenere in considerazione al momento di valutare i maturandi e soprattutto si augura che le linee guida abbiano "una certa flessibilità", senza voler però penalizzare i più meritevoli.