Con la chiusura delle isole ecologiche, resa necessaria dalle misure di prevenzione per fronteggiare la diffusione del coronavirus, a Roma materassi e sanitari dismessi, così come vecchi mobili, sono tornati ad accumularsi accanto ai cassonetti stradali. Un vizio di vecchia data dei cittadini romani, quello di svuotare case e cantine e lasciare in strada il risultato delle loro pulizie domestiche, rinfocolato dall'attività di coloro che in questi giorni di clausura hanno deciso di dedicare il loro tempo ai lavori nel proprio appartamento.
Da inizio marzo fino al 22 del mese Ama, la partecipata dei rifiuti del Campidoglio, ha effettuato circa 450 interventi per rimuovere i rifiuti ingombranti lasciati in strada, portando via oltre 230 tonnellate di materiale. Il servizio di ritiro a domicilio al piano stradale per questo tipo di rifiuti è comunque attivo.
Complessivamente la città, caratterizzata da anni da un ciclo di raccolta e smaltimento fragile e incompleto, per ora sembra tenere nel livello medio di pulizia e si registrano solo isolati casi di cataste di sacchetti in alcune zone, sparse a macchia di leopardo. Una indagine compiuta la scorsa settimana dall'Agenzia per il Controllo della qualità dei servizi pubblici del Comune ha constatato come sia migliorata durante l'emergenza coronavirus la percezione sull’igiene urbana dei romani.
Quasi due terzi degli intervistati si sono definiti “molto” o “abbastanza soddisfatti” della pulizia delle strade (60%), una voce che nell’ultima indagine pubblicata a settembre 2019 raggiungeva appena il 10%. Oggi intanto è partito un secondo giro di sanificazioni stradali, destinato a 650 vie di tutta la città, a cominciare da quelle dove sono presenti farmacie ed Asl. In servizio 15 autobotti, una per ciascun Municipio, che nei giorni scorsi si sono dedicate alle pulizie delle strade dove insistono sedi istituzionali, presidi sanitari e commissariati.