"In tutta la regione c'è stata una flessione, nel weekend, confermata anche lunedì, una riduzione della pressione, per il numero di accessi al pronto soccorso. Certo è lieve, ma c'è. Poi i numeri che un giorno ci fanno esultare e un giorno ci preoccupano un po' li prendiamo in considerazione, ma la voce dalla trincea è tutto sommato positiva". Lo ha detto l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, intervistato durante la trasmissione Agorà commentando i dati che dicono che c'è un leggero rallentamento dei contagi.
"La data del 31 luglio è stata rettificata da premier. Ma il messaggio lo condivido, non è che tra 10 giorni se scende o rallenta il contagio possiamo immaginare che tutto sia finito e possiamo tornare ad animare i parchi. Sarà una lunga stagione per riuscirci, finché non troviamo un farmaco efficace o un vaccino c'è il rischio che riparta. In Cina ci sono contagi di ritorno. Sarà lunga anche se non penso si possa immaginare che per 4 mesi i nostri concittadini rimangano a casa", ha poi aggiunto Gallera a Omnibus .
"La stretta delle misure era necessaria. Abbiamo visto che la settimana scorsa il 40% delle persone erano ancora in giro per le attività lavorative. C'e' necessita' di ridurre questi spostamenti. Noi l'abbiamo chiesto, il governo è arrivato qualche ora dopo, poi è stato chiarito che vale la nostra ordinanza. Il concetto che anche le attività produttive devono chiudere quando non svolgono servizi pubblici essenziali è un messaggio giustissimo".
Lo ha detto l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, intervistato ad Omnibus. "Poi è chiaro che chi rimane aperto deve garantire l'adempimento delle misure anti contagio - ha aggiunto - E qui siamo al tema della mancanza dei dispositivi di protezione individuale. Anche i sindacati hanno una giusta apprensione per i lavoratori".
Ha poi aggiunto l'assessore: "La Lombardia è il sistema più solido che è stato in grado di reggere un'onda d'urto spaventosa, arrivata nella nostra regione per una pura casualità". Poteva accadere quello successo nel Veneto, "e cioè un caso riconosciuto in un paese piccolo, semplice da circoscrivere. Da noi c'è stata una situazione diversa".