“Via libera” dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, all’uso in deroga dei droni per monitorare gli spostamenti dei cittadini sul territorio comunale “nell’ottica di garantire il contenimento dell'emergenza epidemiologica coronavirus”.
È quanto prevede la nota inviata ai ministeri dell’Interno, dei Trasporti e della Giustizia, allo Stato Maggiore dell’Aeronautica, all’Enav, all’Associazione nazionale dei comuni italiani e ai Comandi delle Polizie locali.
Altri Paesi hanno già fatto ricorso all'impiego di droni per controllare il rispetto delle limitazioni degli spostamenti a causa dell'emergenza coronavirus. È il caso della Francia e del Belgio (nella foto, un drone della polizia belga sorvola un parco di Bruxelles sabato scorso).
“Considerate le esigenze manifestate da numerosi Comandi di Polizie locali”, si legge nel documento, fino al 3 aprile 2020 si dispone che “le operazioni condotte con sistemi aeromobili a pilotaggio remoto con mezzi aerei di massa operativa al decollo inferiore a 25 kg, nella disponibilità dei Comandi di Polizia locale ed impiegati per le attività di monitoraggio” in questione, “potranno essere condotte in deroga ai requisiti di registrazione e di identificazione” fissate dall’articolo 8 del Regolamento Enac “Mezzi aerei a pilotaggio remoto“ edizione 3 dell’11 novembre 2019".
“Per quanto riguarda le operazioni critiche di tali Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto esse potranno essere effettuate in ‘Visual Line of Sight’ (nei casi in cui cioè il pilota è in grado di mantenere costantemente il contatto visivo con il drone, ndr) in deroga all’articolo 10 anche su aree urbane dove vi è scarsa popolazione esposta al rischio di impatto. Non sarà altresì necessario il rilascio di autorizzazione da parte di questo Ente e non sarà richiesto la rispondenza delle operazioni agli scenari standard pubblicati”.
Inoltre, in deroga alle previsioni del Regolamento Enac, fino al 3 aprile 2020 “si autorizzano tutti gli Enti di Stato di cui all’articolo 744 del Codice della Navigazione e delle Polizie locali dei Comuni italiani, ad operare con propri Apr se impiegati nell’ambito delle condizioni emergenziali dovute all’epidemia Covid-19, nelle aree prospicienti di tutti gli aeroporti civili di cui al paragrafo 7 della Circolare Enac Atm 09 e identificate come ‘aree rosse’, ad una quota massima di 15 metri”.
“In caso di svolgimento di voli operati con Apr – precisa la nota - nelle aree sopra specificate, l’Ente titolare dello stesso dovrà fornire preventivamente comunicazione alla Torre di controllo dell’aeroporto limitrofo all’area d’interesse al fine di comunicare la presenza del drone e di coordinare le rispettive attività. È comunque data sempre priorità al traffico degli aeromobili da/verso gli aeroporti e rimane in capo all’operatore del drone la responsabilità sia di dare precedenza agli aeromobili in volo sia di separarsi da questi ultimi”.