La Calabria si blinda. I numeri del coronavirus, ad oggi, non sono affatto impietosi (sette vittime, oltre duecento casi positivi, cinque comuni isolati) ma cominciano a fare paura e, soprattutto, mettono in ansia un sistema sanitario commissariato da oltre 10 anni, e che avrebbe delle profonde difficoltà ad affrontare una diffusione incontrollata del contagio.
"Il sistema sanitario calabrese - ha sottolineato la neo governatrice Jole Santelli - non può sostenere un'emergenza come quella che si registra al Nord. La nostra sanità è debole, ma comunque stiamo facendo miracoli, con significativi aumenti dei posti letto di terapia intensiva, che ci consentono di reggere, ma solo con questi numeri".
Per questo, dopo le nuove ordinanze, anche da parte di governatori del Nord, che prevedono ulteriori restrizioni, la Calabria ha immediatamente deciso di chiudere i confini. "Ho appena firmato una ordinanza che prevede, con decorrenza immediata e fino al 3 aprile prossimo, il divieto di ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dal territorio regionale", ha detto la scorsa notte Santelli.
"Si potrà entrare o uscire dalla Calabria solo per spostamenti derivanti da comprovate esigenze lavorative, legate all'offerta di servizi essenziali oppure per gravi motivi di salute. Ai trasgressori, alla luce della potenziale esposizione al contagio, si applica la misura immediata della quarantena obbligatoria per 14 giorni".
Da domenica mattina, quindi, sono scattati i controlli sulle strade statali (106 e 18 in particolare), comunali e provinciali, l'autostrada A2, le ferrovie, gli aeroporti, le autolinee dei bus, i traghetti a Villa San Giovanni e Reggio Calabria e le rotte da Salerno, Genova e gli altri porti in Sicilia e in particolare a Messina.
"Il mio è un provvedimento tampone" - ha spiegato la governatrice, esponente di Forza Italia - perché "i casi positività al Covid-19 in Calabria sono quasi tutti rintracciabili in contatti con le zone particolarmente esposte al contagio".
Santelli, inoltre, ha rivolto un appello ai calabresi che vivono e lavorano "fuori dalla Calabria, sia al Nord, sia in paesi come Spagna e Francia: chiedo loro di non spostarsi. Capisco che è difficile rimanere lontani dalle proprie famiglie, capisco che ci sono genitori che vogliono i figli accanto a loro, ma bisogna tenere conto che è altamente pericoloso".