Gli italiani affrontano la pandemia costretti in casa. Unico momento di sfogo collettivo, diventato popolarissimo (e imitato) in tutto il mondo è quando tutti escono e cantano la stessa canzone dal balcone. Un 'movimento' quello dei balconi, che è diffuso in tutta Italia e che muta faccia e sonorità da regione a regione. Da città a città. Spontaneo, ma anche organizzato in alcuni casi.
E così a Roma, nel popoloso quartiere di Monteverde, un ragazzo ha iniziato a far ballare i romani 'sparando' musica dal suo balcone, anzi dal suo terrazzo. Ha creato anche una playlist e dalla sua pagina Facebook raccogliere consigli e richieste. Ed è diventato popolarissimo, una star dei social, che anche la tv non ha potuto non notare.
Si chiama Francesco Cellini e all'AGI si descrive come un ragazzo "leggermente frizzante ma timido", ha 32 anni, viene da Dicomano, un paesino di 5mila abitanti vicino al Mugello e intrattiene ogni sera l'Italia con degli spettacoli dal suo terrazzo a Monteverde, Roma, con vista su Villa Doria Pamphili e lo stendino di casa sullo sfondo che lui definisce "un simbolo".
Tutto è iniziato, racconta, "dal flashmob di venerdì 13 marzo. Ho letto dell'evento e ho deciso, visto che ero a casa, di prendere il mio impianto e mettere musica dal terrazzo". E pensare che quel giorno, se non ci fosse stata la quarantena, lui a casa non doveva esserci: "Se non ci fosse stata l'emergenza sarei dovuto andare a lavoro. Io faccio animazione e intrattenimento per feste, matrimoni e compleanni e avrei dovuto fare un compleanno quel giorno".
Il successo è stato immediato. "Subito dopo la diretta del primo giorno sono andato a vedere nei gruppi di Monteverde, quelli di quartiere, e da lì siamo arrivati fino in Cina".
Una passione iniziata presto: "Dai 18 anni ho lavorato nei villaggi turistici e da lì, 5 anni fa, mi sono trasferito a Roma per fare le feste di compleanno - racconta all'AGI - per intrattenere e ho scelto Roma perché oltre alle feste, studio doppiaggio e credo Roma sia la patria dei doppiatori".
Durante la quarantena, a casa, prima dell'improvvisa popolarità, si teneva in allenamento con i video degli istruttori online, guardava le serie tv e giocava alla Playstation. "Da quando è iniziata la quarantena mi sveglio alle 7, rispondo ai messaggi, organizzo la giornata e la scaletta. Pensavo di riposare ma sono felice così", dice all'AGI.
Questo movimento sonoro partito dai balconi per lui "serve a stare tutti insieme, lontani ma vicini, tramite la tecnologia. Se qualcuno non riesce a vedermi dal balcone mi vede da uno smartphone e così se ne rallegra".
Il flashmob è stato anche criticato da qualcuno per la concomitanza con appuntamenti ben più seri. "Su questa cosa non c'è da scherzarci - dice Cellini - per questo motivo da ieri ho spostato lo spettacolo alle 18:30 perché alle 18 c'è il bollettino e inizierò con una canzone simbolo per tutte le persone che non ci sono più che è 'Il silenzio' e farò una sorpresa ai bambini". Al di là del clamore mediatico e social, di una cosa va particolarmente orgoglioso: "Grazie alla nostra reazione abbiamo fatto vedere come si può trovare lo spirito per sdrammatizzare, per stemperare i toni".
E basta vedere i suoi video o quelli di tutti quanti in questi giorni provano a strappare una risata per rendersene conto. "Siamo degli artisti noi italiani", dice Cellini e aggiunge: "Per me è una passione e non mi stanca", ma vorrebbe che tutta questa popolarità legata all'appuntamento dal balcone cessasse di colpo: "Spero di poter smettere presto perché vuol dire che è finita e poi organizzare una festa casomai dal balcone dove poter stare finalmente tutti insieme".
Cellini racconta all'AGI che gli arrivano tantissimi messaggi da tutta Italia e dagli italiani all'estero "ci sollevi il morale", gli scrivono, "ora conosco tutto il mio condominio", prova a vedere il lato positivo di tutta questa storia quando dice: "Ho trovato un sacco di amici". Il messaggio più bello è stato quello del padre che è a casa a Firenze e gli ha detto: "Grazie a questa cosa ora posso vederti tutti i giorni". I brani, racconta, li sceglie "chiedendo alle persone che canzoni vogliono sentire. Cerco di capire quella con la quale vogliono iniziare. Provo ad essere imparziale".
In quanto alla scaletta, confessa di scegliere i titoli per dare speranza: "Mixare canzone e messaggio. Ad esempio 'Urlando contro il cielo', 'Strada facendo' e le altre canzoni". E dopo? "Dopo continuerò. Voglio continuare questa cosa. Quando sarà tutto finito voglio ancora suonare. Casomai sui balconi di tutta Roma e sul mio di sera".