Scheletri fissi di mascherine salvavita, stampabili in 3d in tutti gli ospedali italiani, e in tessuto filtrante intercambiabile. È l’idea a cui sta lavorando il medico Paolo Parchi, ortopedico nell’Ospedale Cisanello di Pisa, assieme al team di ingegneri e professionisti di informatica, economia e medicina di Endocas, il Centro di Eccellenza dell’Università di Pisa e dell’Aoup, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria pisana.
Chiuso a casa da più di due settimane, a causa di un raffreddore che non gli permette di essere presente in Ospedale, Parchi cerca un modo per rendersi utile e tutelare i colleghi in qualche modo.
“Servono mascherine filtranti per gli operatori sanitari – spiega -, ormai sono merce rara. Quelle chirurgiche non sono abbastanza protettive. L’OMS raccomanda per medici e infermieri le FFPP 2 e 3, ma sono introvabili perché la richiesta è aumentata assieme all’uso improprio”.
“Efficacia e durata delle mascherine filtranti sono di circa 8 ore – spiega ancora l’ortopedico pisano -, questo vuol dire che gli operatori sanitari devono cambiarle spesso, ma il fatto che scarseggino spinge molti a continuare a usarle sovrapponendo quelle chirurgiche.
L’effetto non è lo stesso e il rischio del contagio non è escluso”. Parchi riporta i dati relativi agli operatori sanitari contagiati in tutta Italia: “Hanno ormai raggiunto una percentuale più che doppia rispetto alla Cina: abbiamo toccato quota 2.629 e i decessi sono ad oggi sette. Siamo in piena emergenza. I medici non si possono ammalare”.
Così il medico pisano ha pensato a una soluzione. Oltre all’appello a donare mascherine filtranti agli ospedali, diramato in italiano e in inglese su chat e social assieme ai suoi ex compagni di corso della facoltà di Medicina dell’Università di Pisa, ha pensato alla creazione di una mascherina innovativa che possa velocemente andare incontro al bisogno di questo presidio.
Siamo pronti, grazie agli ingegneri di Endocas, a creare uno scheletro, in materiale morbido o rigido, stampabile in 3D con le stampanti di cui moltissimi ospedali italiani sono dotati. Stiamo cercando il materiale, un tessuto filtrante, che poi potrà essere applicato su questi scheletri e intercambiabile ogni volta che sia scaduto il tempo di efficacia del filtro.
Ho contattato diverse importanti aziende che producono tessuti filtranti e sono in attesa di risposte. Realizzare questo progetto significherebbe permettere agli ospedali di fabbricarsi in-house le mascherine e rispondere ai propri bisogni interni e proteggere molti medici e operatori sanitari, che si infettano entrando in contatto con pazienti contagiati”.
E conclude: “Sappiamo che ci sono diversi gruppi di ricerca al lavoro sulla creazione di mascherine filtranti, uniamo le forze e connettiamoci”.