Nel pieno dell’emergenza sanitaria nazionale legata al Coronavirus in Alto Adige torna a farsi “sentire” l’orso M49, incurante dei divieti di spostamento o forse 'giustificato' dalla ricerca di cibo. Il plantigrado nella notte ha distrutto una serie di alveari nei pressi del maso Nasa a passo San Lugano, nel comune di Trodena ai confini con la Val di Fiemme. E' praticamente certo che si tratta di M49-Papillon, l'animale considerato problematico nei confronti del quale dall’estate scorsa le province di Trento e Bolzano hanno emesso l’ordinanza anche di abbattimento se dovesse minacciare l’uomo. Dal luglio 2019, da quando cioè è stato catturato e rinchiuso per qualche oltre al Casteller (Trento) prima di fuggire, M49 non ha più il radiocollare e ai primi di marzo era uscito dal letargo.
A ribattezzarlo dopo l'evasione Papillon, il personaggio del romanzo autobiografico di Henri Charrière poi interpretato da Steve McQueen nel film del 1973. è stato il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa. nella notte tra il 14 e il 15 luglio, scorsi, a poche ore dalla cattura avvenuta con una trappola a tubo, M49 aveva scavalcato la recinzione elettrificata con cavi a 7.000 volt e si era spostato sulla Marzola. Fino a poche ore prima si trovava dall'altra parte del Trentino, in un'area di circa 250 chilometri quadrati compresa tra la destra orografica della bassa val Rendena e la valle del Chiese. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ne ha autorizzato la cattura e persino l'abbattimento con un'ordinanza contestata dagli animalisti. La Lega anti vivisezione si era spinta fino a chiedere al Guardasigilli Alfonso Bonafede di inoltrare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella formale richiesta di grazia per M49.