Zero. Il numero che può essere il momento simbolico della battaglia è quello dei contagi registrati, per la prima volta da quando tutto è iniziato, nella piccola Codogno, diventata l’'ombelico' della diffusione del coronavirus.
“Quando l’ho saputo, ho pensato che abbiamo dimostrato che vincere si può e si può farlo solo seguendo il nostro esempio”. Il sindaco che è anche presidente della provincia di Lodi, Francesco Passerini, 35 anni, è esausto per il duro conflitto contro il nemico invisibile iniziato 17 giorni fa, ma felice.
“I numeri sono finalmente quelli che speravamo - racconta all'AGI - visto il grande senso di responsabilità che abbiamo dimostrato, il ferreo rispetto delle regole e la forza di comunità che si è sviluppata nel nostro territorio”.
Prudente, ancora: “Siamo sempre in guerra, abbiamo 170 persone risultate positive, bisogna continuare con le pratiche che abbiamo sperimentato e metabolizzato. Anche oggi a Codogno c’è in giro pochissima gente, i negozi sono chiusi per scelta propria. Tutti sanno che possono salvare delle vite e che la disattenzione di uno può fare del male ai più deboli, portandoli anche alla morte”.
E allora, eccola la ‘ricetta’ di Codogno, che non è solo nelle regole divulgate dalle autorità sanitarie governative ormai note, cioè “avere meno contati possibili e uscire solo in caso di necessità lavorativa o sanitaria”.
Ma anche, se non soprattutto, in un’attitudine dello spirito: “Non bisogna avere paura perché se no si trascende nella psicosi. Occorre coltivare la conoscenza del virus, per quanto possibile, perché poi ci ha dimostrato di essere molto imprevedibile anche all’interno di uno stesso nucleo familiare dove può colpire uno e non l’altro, nonostante gli stretti contatti. C’è bisogno di essere razionali, camminando tutti insieme nella stessa direzione”.
La sua comunità ha dimostrato di saperlo fare: “Sono orgoglioso dei miei concittadini. Non ci sono mai state scene d’isteria o pulsioni aggressive. Hanno affrontato in modo mite e rigoroso la situazione, dimostrando che vincere si può. Le denunce per violazioni dei divieti sono state pochissime”
Il compito più difficile è stato convincere i giovani a partecipare a questa grande operazione di responsabilità collettiva. “Maledetto marzo - scherza il sindaco - era da anni che non c’erano giornate così belle che invogliavano a uscire i ragazzi. Ci siamo inventati di tutto, dal diario online alla radio”.
Di grande aiuto la tecnologia: “Mai avrei immaginato due anni fa, quando siamo diventati uno dei primi comuni d’Italia in cui si può fare tutto per via digitale che la app di Codogno sarebbe diventata così essenziale. Importantissimo riuscire a far avere le preziose informazioni di questi giorni ai cittadini con un semplice clic”.
Il giovane primo cittadino si congeda con una promessa: “Quando tutto finirà, perché la vinceremo in tutto il Paese, prometto una grande festa a Codogno. Siete tutti invitati, venite a vedere quanto è bella”.