Salgono a 12 i detenuti morti per abuso di farmaci durante le rivolte nelle carceri dopo che a Modena ai 7 già accertati se ne sono aggiunti altri due, trovati senza vita nel nuovo padiglione. Nel computo vanno inseriti anche i 3 reclusi di Rieti, sempre per overdose di medicinali saccheggiati dalle infermerie.
Domattina alle 9 e 30 il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, parlerà della situazione in Senato. Ciascun gruppo, ha annunciato il presidente Elisabetta Casellati, potrà intervenire per 5 minuti. Ma già i vari esponenti politici stanno prendendo posizione su un tema che potrebbe diventare ancora più esplosivo, visto che al momento non è stato registrato nessun caso di contagio dietro le sbarre.
“La rivolta delle carceri non è stata il frutto del caso, ma della totale inadeguatezza del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che tale ruolo ricopre oramai da quasi due anni", attacca Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, che aggiunge: "Il sovraffollamento e i problemi connessi all’emergenza coronavirus non giustificano naturalmente in nessun modo la violenza o l’inosservanza delle regole, ma i provvedimenti presi sono stati gestiti malissimo”. Il riferimento è ai divieti di colloqui visivi coi familiari per i detenuti allo scopo di evitare possibili inneschi del contagio.
Per il leader leghista Matteo Salvini, "soprattutto nei momenti drammatici, servono scelte chiare e determinate. Al premier - ha detto Salvini - ho parlato anche della situazione delle carceri: ho chiesto pugno di ferro e nessuna concessione per i criminali che si sono scatenati con rivolte, violenze, evasioni". Secondo Salvini, bisogna agire sulla base della “tolleranza zero” per sedare quelle che il garante dei detenuti piemontese, Bruno Mellano, ha definito “rivolte violente e disperate”.
Da nord a sud l’Italia delle carceri è attraversata da tumulti diventati anche un’occasione per chiedere soluzioni a problemi atavici, come quello del sovraffollamento. Molto critica la situazione a Foggia dove si è scoperto che tra i 77 evasi di ieri, una ventina dei quali rientrati, ci sono anche esponenti della mafia del Gargano. A Bologna, la notte scorsa sono stati dati alle fiamme materassi e pezzi di metallo e cemento sono stati scagliati contro la polizia penitenziaria.
Dopo le proteste di ieri, la situazione si è invece calmata a Udine e a Siracusa, dove una quarantina di ospiti del carcere di Cavadonna si era rifiutata di entrare nelle celle.
Anche a San Vittore, Milano, sembra essere tornata la calma dopo gli incontri tra i rappresentanti dei ‘ribelli’ e i magistrati, tra i quali il pm Alberto Nobili che ha comunque avviato un’indagine per devastazione, saccheggio e resistenza, al momento a carico di ignoti in attesa di identificare chi ieri ha distrutto parti del carcere, mentre alcuni manifestavano sul tetto esponendo gli striscioni con le scritte “Indulto” e ‘Libertà”.
Oggi Nobili si è impegnato coi carcerati, assieme al presidente della Sorveglianza milanese, Giovanna Di Rosa, a scrivere una lettera a Bonafede per proporre modifiche normative in grado di contrastare il sovraffollamento. Per il Ministero della Giustizia, i disordini si stanno concludendo quasi ovunque e “l’ approvigionamento di presidi sanitari sarà utile per favorire una più rapida ripresa dei colloqui”.