“Intanto va implementato l’adeguamento a queste restrizioni e a tutte le misure comunicate fino a oggi. Resta fondamentale la rarefazione sociale, la riduzione e la sospensione di occasioni collettive e assembramenti". L’esempio pratico è “una cena con molte persone, in cui tutti stanno stretti” meglio evitare”. È il consiglio del viceministro della Salute del governo Conte Pierpaolo Sileri in un’intervista al Corriere della Sera.
Nel fare il punto sullo stato dell’arte in pieno Covid-19 dice anche che “il nostro Servizio sanitario nazionale è stato reso più efficiente nel tempo ma a causa dei tagli al personale e al blocco del turnover scontava un deficit che va colmato”. E se “è chiaro che la disgraziata occasione del coronavirus ci impone di aumentare e rafforzare in tempi più brevi e più efficaci tutto il sistema sanitario nazionale, a partire dalle nuove assunzioni”, Sileri aggiunge che tuttavia “avevamo già previsto maggiori investimenti per ridurre il precariato e ampliare il numero degli operatori sanitari”. Quindi il sistema ospedaliero e sanitario nel suo complesso non è al collasso.
Anzi, precisa il viceministro, “stiamo già aumentando i posti di terapia intensiva e servirà una cooperazione interregionale per consentire il trattamento di Sars-2Cov s u tutto il territorio nazionale”. Ma c’è da preoccuparsi davvero, ora? Alla domanda precisa, Sileri risponde dicendo che “no, non è arrivato” ancora il momento di farlo, ma si tratta di “un momento importante, in cui dobbiamo tenere alta l’attenzione e fare tutto il possibile” perché ci sono “dei focolai in diverse parti di Italia” e “per capire se le misure di contenimento sono state efficaci bisogna aspettar e ancora 7 giorni” spiega il viceministro della Salute, che poi aggiunge: “I provvedimenti presi fino a oggi sono funzionali alla riduzione della diffusione del virus”, come la chiusura delle scuole per esempio.