A sette mesi esatti dall'agguato in via Pietro Cossa, quartiere Prati di Roma, prende il via il processo in corte d'assise per la morte del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, trafitto da undici coltellate, di cui una al cuore, sferrate in appena 30 secondi. In quell'agguato rimane lievemente ferito un suo collega, il militare Andrea Varriale. Nel giro di 12 ore vengono individuati e fermati, a due passi dell'hotel Le Meridien, dove avevano trovato alloggio, due americani, Finnegan Lee Elder, di 18 anni, e Gabriel Christian Natale-Hjorth di 19.
Il primo è accusato di aver materialmente ucciso il militare, l'altro di aver contribuito a nascondere l'arma del delitto nel pannello del controsoffitto della camera d'albergo. Si difenderanno dicendo di aver aggredito quei due in borghese, senza sapere che appartenessero alle forze dell'ordine, e di averli scambiati per uomini mandati da Sergio Brugiatelli, l'intermediario dei pusher di Trastevere al quale i due, qualche ora prima del delitto, avevano sottratto uno zaino per vendicarsi di una cessione di droga non andata in porto nel quartiere della movida.
Le indagini raccontano che Brugiatelli aveva concordato con i due americani un appuntamento per farsi restituire lo zaino in cambio di soldi, ma all'incontro decisivo si presentano Cerciello e Varriale, che vengono aggrediti.
Queste comunque le tappe principali della vicenda:
- 27 LUGLIO 2019 - A poche ore dal fermo dei due americani, circola in una chat delle forze dell'ordine una foto che ritrae bendato Natale Hjort in caserma, in attesa di interrogatorio. La procura apre un'inchiesta.
- 29 LUGLIO 2019 - Il gip convalida il fermo dei due americani e firma un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Elder e Hjorth sono inconsapevoli del "disvalore delle proprie azioni", privi totalmente "di autocontrollo e capacita' critica" e molto immaturi rispetto anche alla loro eta'. Per il giudice, devono stare in cella perché sono da considerare di una "elevata pericolosità sociale".
- 6 SETTEMBRE 2019 - Emerge il dettaglio che né Cerciello né Varriale avessero quella sera la pistola di ordinanza.
- 9 SETTEMBRE 2019 - Varriale viene indagato dalla procura militare per "violata consegna". L'accusa è legata al fatto che lui e Cerciello Rega, la sera dell'omicidio, si erano presentati senza la pistola di ordinanza all'appuntamento con i due ragazzi americani.
- 14 NOVEMBRE 2019 - La procura chiede e ottiene dal gip il giudizio immediato per i due californiani. Il processo viene fissato davanti alla prima corte d'assise il 26 febbraio 2020. Oltre all'omicidio, i pm contestano anche la tentata estorsione (ai danni di Brugiatelli), e i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, in relazione alla posizione di Varriale.
- 18 DICEMBRE 2019 - La procura chiude l'indagine sul bendaggio e sulla foto che ritrae Hjorth bendato e con le braccia dietro la schiena nella caserma dei carabinieri di via in Selci poco dopo il fermo. A rischiare il processo sono due carabinieri che hanno avuto nella vicenda ruoli diversi: Fabio Manganaro, che avrebbe bendato il ragazzo, è accusato di abuso di autorità contro arrestati o detenuti. Silvio Pellegrini, indagato per divieto di pubblicazione di immagini di persona privata della liberta', sarebbe l'autore dello scatto poi diffuso in chat. Rischia il processo per falso Sandro Ottaviani, ex comandante della stazione Piazza Farnese: avrebbe attestato falsamente che Varriale, la notte dell'omicidio di Cerciello Rega, gli aveva consegnato la pistola di ordinanza al Pronto Soccorso dell'ospedale Santo Spirito.
- 2 GENNAIO 2020 - Il gip Francesco Patrone giudica inammissibile la richiesta di rito abbreviato avanzato dalle difese dei due imputati.
- 13 FEBBRAIO 2020 - Non solo una foto. Esiste anche un video che ritrae Hjorth bendato nella caserma dei carabinieri di via In Selci in attesa di essere interrogato dai magistrati della procura di Roma. A fare il filmato con un telefonino cellulare è Varriale che lo consegna ai pm pochi giorni dopo averlo girato. La difesa dell'americano denuncia "il trattamento umiliante e contrario alla dignita' della persona" al quale e' stato sottoposto il suo assistito. Il carabiniere, mai indagato per questo episodio, aveva spiegato agli inquirenti di aver fatto quel video (mai divulgato) per una questione di esigenza investigativa.
- 26 FEBBRAIO 2020 - Si apre il processo davanti alla prima corte d'assise. I due imputati sono presenti in aula.