Un paziente di 83 anni in gravi condizioni sarebbe stato rifiutato da tutti gli ospedali perché proveniente da Codogno. A raccontare all'AGI la storia è Virginia, una residente nel paese in 'quarantena': "Una decina di giorni fa, dagli esami è emerso che aveva l'emoglobina molto bassa, tale da necessitare una trasfusione. Venerdì (giorno in cui si è saputo del ricovero del paziente 1, ndr) mia nonna voleva portarlo al pronto soccorso di Cremona che però era chiuso. Allora l'abbiamo accompagnato al pronto soccorso di Piacenza, dove gli hanno fatto un'infusione di ferro, ma non una trasfusione di sangue perché ci hanno spiegato che ora non è sicuro col virus".
"Dagli esami - prosegue Virginia - è emerso un probabile tumore allo stomaco con interessamento dei polmoni Ci hanno detto che la situazione era molto grave e fatto delle impegnative per cui entro 72 ore avrebbe dovuto sottoporsi a una serie di esami. L'hanno dimesso dopo 9 ore, dopo averlo messo in una stanzina da solo, assieme alla nonna, perché venivano da Codogno. Ci hanno poi spiegato che a Piacenza non si poteva piu' presentare per la sua provenienza dalla 'zona rossa'. Da venerdì, mia nonna ha chiamato tutti gli ospedali per prenotare questi esami importanti e tutti gli ospedali consultati, quelli di Crema, Cremona e Pavia, hanno risposto che, essendo il malato di Codogno, nessuno lo vuole. Il medico di base ci ha consigliato di aspettare che peggiori per chiamare l'ambulanza. Intanto lui sta malissimo, ha l'affanno, è bianco come un cadavere. Le impegnative sono scadute e non sappiamo dove portarlo".