Sono tornati in Italia i 56 connazionali che erano rimasti bloccati a Wuhan dall'emergenza coronavirus. L'aereo - KC-767 dell'Aeronautica militare - è poco prima delle 5 del mattino locali, le 22 di ieri ed è atterrato all'aeroporto militare di Pratica di Mare questa mattina.
Il gruppo sarebbe dovuto essere composto da 57 persone ma una persona è dovuta rimanere in Cina, come da protocollo delle autorità locali, perché ha la febbre. Gli altri "al momento stanno tutti bene", ha detto Stefano Verrecchia, responsabile dell'Unità di crisi della Farnesina. Dopo il check iniziale, sono partiti alla cìvolta della Cecchignola", dove resteranno in quarantena per 14 giorni.
"Sono stati sotto pressione - ha aggiunto - e sono un po' stanchi da viaggio ma non appaiono particolarmente provati". Sei i bambini che fanno parte del gruppo.
Gli italiani che avrebbero potuto fare ritorno "erano 80, ma poco più di 20 hanno deciso di restare in Cina - ha aggiunto Verrecchia - Organizzare tutto è stato complesso, anche perché non tutti i nostri connazionali erano in città ma tutto è andato per il meglio". Per il responsabile dell'Unità di crisi "non è possibile fare una stima di quanti italiani potrebbero voler tornare dalla Cina". Si tratta in molti casi di "turisti, per lo più presenti in zone lontane dalla regione di Wuhan", quella più direttamente interessata dalla diffusione del coronavirus
La task force del ministero della Salute valuta l'innalzamento dei livelli dei controlli
Intanto, da quanto si apprende, tra i temi affrontati dalla task-force al ministero della Salute c'è anche l'innalzamento del livello dei controlli su tutti i porti e gli aeroporti.
Secondo quanto viene riferito, si è riunita pure questa mattina la task-force coronavirus 2019-nCoV del ministero della Salute alla presenza del ministro, Roberto Speranza.
Al centro del confronto tra l'altro la preparazione per il vertice in teleconferenza dei ministri della Salute dei Paesi G7 previsto per questo pomeriggio