Sono due decisioni storiche quelle di Papa Francesco: ha abolito il segreto pontificio nei casi di violenza sessuale e di abuso sui minori commessi dai chierici, e ha deciso di cambiare la norma sul delitto di pedopornografia facendo ricadere nei "delicta graviora", i delitti più gravi, la detenzione e la diffusione di immagini pornografiche che coinvolgono minori fino ai 18 anni di età.
Due decisioni all'insegna della trasparenza sulla scia del summit sulla protezione dei minori convocato dal pontefice in Vaticano nel febbraio scorso e che continua a portare i suoi frutti.
Il primo e più importante documento è un rescritto a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, il quale comunica che Francesco il 4 dicembre scorso ha stabilito di emanare l'Istruzione 'Sulla riservatezza delle cause', abolendo il segreto pontificio su denunce, processi e decisioni riguardanti i delitti citati nel primo articolo del recente motu proprio "Vos estis lux mundi". Ossia: i casi di violenza e di atti sessuali compiuti sotto minaccia o abuso di autorità; i casi di abuso sui minori e su persone vulnerabili; i casi di pedopornografia; i casi di mancata denuncia e copertura degli abusatori da parte dei vescovi e dei superiori generali degli istituti religiosi. L'esclusione del segreto pontificio sussiste, si legge, "anche quando tali delitti siano stati commessi in concorso con altri delitti".
Resta il segreto di ufficio, che però "non osta all'adempimento degli obblighi stabiliti in ogni luogo alle leggi statali, compresi gli eventuali obblighi di segnalazione, nonché all'esecuzione delle richieste esecutive delle autorità giudiziarie civili". Ciò significa che qualora la legge statale preveda un obbligo di denuncia da parte di chi sia informato dei fatti, il venire meno del segreto pontificio e la precisazione sui limiti del segreto d'ufficio consentono tranquillamente l'adempimento di quanto previsto dalla legge, "favorendo così - sottolinea Giuseppe Dalla Torre, già presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano - la piena collaborazione con le autorità civili ed evitando illegittime incursioni dell'autorità civile nella sfera canonica".
Lo stesso dicasi quando si tratti addirittura di provvedimenti esecutivi dell'autorità giudiziaria statale, l'inottemperanza ai quali sottoporrebbe - tra l'altro - la competente autorità ecclesiastica a gravi sanzioni per violazione della legge penale". Nell'articolo 5 si precisa inoltre che "a chi effettua la segnalazione, alla persona che afferma di essere stata offesa e ai testimoni non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo ai fatti di causa".
Nel secondo Rescritto, a firma dello stesso Parolin e del prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, il cardinale Luis Ladaria Ferrer, si rendono note anche le modifiche di tre articoli del motu proprio "Sacramentorum sanctitatis tutela" di San Giovanni Paolo II, del 30 aprile 2001, già modificato nel 2010.
Nell'articolo 1 si stabilisce che tra i delitti più gravi riservati al giudizio della Congregazione per la dottrina della fede ricada "l'acquisizione o la detenzione o la divulgazione, a fine di libidine, di immagini pornografiche di minori di diciotto anni da parte di un chierico, in qualunque modo e con qualunque strumento". Il Pontefice in pratica eleva l'età delle vittime, fino a oggi, fissata a 14 anni.
Un'altra modifica riguarda l'articolo 13 che prevedeva che il ruolo di avvocato e procuratore era svolto da un sacerdote provvisto di dottorato in diritto canonico. Ora questo ruolo potrà essere svolto da un laico. Infine la modifica dell'articolo 14: "Negli altri Tribunali, poi, per le cause di cui nelle presenti norme, possono adempiere validamente gli uffici di Giudice, Promotore di Giustizia, Notaio soltanto sacerdoti", precedentemente vi era anche la figura del Patrono.
Le decisioni di Francesco sono definite "epocali" dall'arcivescovo di Malta Charles Scicluna, segretario aggiunto della Congregazione per la Dottrina della fede e da Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero vaticano per la Comunicazione.
Il Papa ha inoltre accettato oggi la rinuncia all'incarico sottopostagli dal nunzio apostolico in Francia, monsignor Luigi Ventura, arcivescovo titolare di Equilio. Il prelato, 74 anni, è stato denunciato per molestie sessuali da quattro uomini, tra i quali il responsabile delle relazioni internazionali presso il sindaco di Parigi, Mathieu de la Souchere. Lo ha accusato di averlo palpeggiato durante un evento organizzato dal Comune di Parigi nel gennaio scorso.