Nulla di fatto, per ora, sui siti per le nuove discariche a Roma. Il Campidoglio a 5 Stelle è pronto a ricorrere al Tar contro l'ordinanza della Regione Lazio del 27 novembre scorso che chiede al Comune di individuare in tempi brevi nuovi siti di smaltimento e trattamento dei rifiuti nel territorio di Roma. Ovvero almeno una discarica e nuovi impianti di lavorazione.
Ma la sindaca Virginia Raggi oggi non ha ottenuto il mandato in Assemblea Capitolina, perché dopo 7 ore di discussione è venuto meno il numero legale in aula facendo slittare alla prossima settimana la votazione degli ordini del giorno di maggioranza e opposizioni. Il documento presentato dal M5s prevede anche che la sindaca si opponga alla realizzazione di nuovi invasi in città all'interno di siti già utilizzati per lo smaltimento fino a che non verrà approvato il piano rifiuti della Regione Lazio. Traduzione: il Campidoglio a 5 Stelle dice no alla creazione di una discarica di servizio alla Falcognana.
Il Consiglio straordinario, insomma, più che indicare un orizzonte di marcia per i prossimi mesi ha riaperto il contrasto istituzionale tra il Campidoglio a 5 Stelle e la Regione Lazio a guida Pd sulla gestione della situazione. Insomma, 6 anni dopo la chiusura della maxi discarica di Malagrotta la politica romana è ancora alla ricerca di soluzioni stabili per disegnare un modello cittadino di smaltimento dei rifiuti efficiente ed autosufficiente. Nel frattempo il tempo stringe, visto che la discarica di Colleferro - dove Ama smaltisce 1.100 tonnellate di indifferenziata romana al giorno, circa un terzo del totale - cesserà l'attività il prossimo 15 gennaio.
In aula la sindaca Raggi ha attaccato il governatore Nicola Zingaretti definendo la Regione "inerme" di fronte alle sue responsabilità, tacciandola di non aver voluto rimettere mano al piano rifiuti del 2012 già dal 2014 dopo la chiusura di Malagrotta visto che era venuto meno uno dei pilastri su cui poggiava il documento. E poi ha accusato la Regione di volere "nuove discariche vicino alle case dei cittadini" facendole allestire "in fretta e furia", tramite una ordinanza in deroga a prossimo piano rifiuti. Un discorso non privo di stoccate anche ai sindaci dei Comuni della provincia, molti di loro erano in aula per ribadire il loro no a nuove discariche per Roma fuori dal territorio cittadino.
"Veniamo tacciati di egoismo e inefficienza ma raccogliamo rifiuti di oltre 50 Comuni del Lazio", ha sostenuto la Raggi. La replica della Regione è affidata all'assessore all'Ambiente Massimiliano Valeriani: "Dopo 4 anni solo bugie. La Raggi ha perso una grande occasione, poteva parlare a tutti i cittadini, invece ha raccontato la sua parzialissima verità accusando i sindaci della provincia di non essere solidali".
Mentre il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna ha ricordato: "Dopo 23 anni al servizio di tutti i territori lasciateci stare, abbiamo già dato". Il Pd capitolino ha invece parlato di "nulla di fatto dopo una giornata di teatrino in Consiglio". Se dopo il voto dell'Odg il Comune impugnerà realmente l'ordinanza della Regione, tra Tar e Consiglio di Stato potrebbero passare alcuni mesi. Magari il tempo necessario ad arrivare all'approvazione del nuovo piano rifiuti nel parlamentino regionale. Forse troppo, però, per mettere Roma al riparo da una possibile nuova crisi di smaltimento a gennaio dopo che la discarica di Colleferro avrà chiuso.