Marco Carrai, membro del Cda della Fondazione Open, a quanto si apprende, sarebbe stato perquisito e indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla fondazione che martedì mattina ha portato a diverse perquisizioni della Guardia di Finanza ad alcuni finanziatori dell'ex fondazione renziana. Le indagini sono state avviate dalla procura di Firenze.
"Ho fiducia che la magistratura chiarirà presto la mia posizione. So di non aver commesso reati e di aver sempre svolto i miei compiti rispettando la legge", ha dichiarato l'imprenditore 44enne.
L'inchiesta agita la maggioranza
Il caso ha riacceso lo scontro all'interno della maggioranza. È Luigi Di Maio, infatti, a chiedere che nel "nuovo contratto" di governo venga inserita una Commissione di Inchiesta parlamentare sui finanziamenti ai partiti. Ma per Matteo Renzi non c'è nulla di irregolare.
La Fondazione Open è stata in attività dal 2012 al 2018 per sostenere la convention della Leopolda e altre iniziative politiche dell'ex premier. Ne è stato presidente, fino al suo scioglimento, l'avvocato Alberto Bianchi, indagato per traffico di influenze illecite e già destinatario di una perquisizione a settembre nel suo studio, durata tre giorni. A Bianchi è contestato anche il reato di finanziamento illecito ai partiti. Le perquisizioni, ordinate dalla procura di Firenze, hanno riguardato le sedi di Open nel capoluogo toscano e in altre dieci città italiane (Milano, Torino, Roma, Napoli, Parma, Bari, La Spezia, Pistoia, Alessandria e Modena), anche nei confronti di soggetti non indagati.
Alla base dell'azione dei magistrati ci sarebbe il sospetto che Open si possa essere mossa come "articolazione di partito", finanziando la campagna delle primarie di Matteo Renzi e quella referendaria per il Sì alla riforma della Costituzione. La fondazione avrebbe poi rimborsato spese a parlamentari mettendo loro a disposizione carte di credito e bancomat.
Nel corso dell'indagine, la guardia di finanza avrebbe messo in evidenza significativi intrecci tra prestazioni professionali rese dallo studio dell'avvocato Alberto Bianchi e finanziatori della Fondazione Open. Le perquisizioni di oggi sarebbero finalizzate ad accertare questi rapporti.
Di Maio: "C'è un problema serio". Renzi: "Rispettate le normative"
"Oltre al traffico di influenze illecite, sarebbero contestati anche i reati di riciclaggio e autoriciclaggio", spiega Di Maio in una nota, "non è la prima volta che succede una cosa simile. È evidente che c'è un problema serio per quanto riguarda i fondi e i finanziamenti che ricevono i partiti. "Lo abbiamo chiesto in più occasioni e continuiamo a farlo oggi: serve subito una commissione d'inchiesta sui fondi ai partiti. Lo chiederemo nel contratto di governo che vogliamo far partire a gennaio", aggiunge il ministro degli Esteri. Una presa di posizione che, in Italia Viva, viene interpretata come un "attacco frontale" nei confronti del leader, Matteo Renzi.
Arriva solo nel pomeriggio, via Facebook, la reazione di Renzi: "Chi ha finanziato in questi anni la Fondazione Open ha rispettato la normativa sulle fondazioni. Aspetteremo con un sorriso la fine delle indagini, i processi, le sentenze, gli appelli. Noi ci fidiamo della giustizia italiana: ci possiamo permettere di aspettare perché conosciamo la verità. Io credo nella giustizia. E so che la giustizia arriva, prima o poi arriva".
!Questa mattina centinaia di finanzieri in tutta Italia hanno perquisito all'alba abitazioni e uffici di persone fisiche e giuridiche "colpevoli" di aver finanziato la Fondazione Open. Un'operazione in grande stile, all'alba, di forte impatto mediatico", prosegue Renzi, "la decisione è stata presa dai pubblici ministeri di Firenze, Creazzo e Turco, titolari anche di altre inchieste: sono loro, ad esempio, ad aver firmato l'arresto per i miei genitori, provvedimento - giova ricordarlo - che è stato annullato dopo qualche giorno dai magistrati del Tribunale del Riesame".
"Qualcuno prima o poi unirà i fili di ciò che è successo in questi mesi: a me sembra tutto molto chiaro. Basta avere un po' di pazienza e a noi la pazienza non manca. Lasciamo che ci siano le indagini, i processi, le sentenze. E rispettiamo il lavoro dei giudici, dei finanzieri, dei giornalisti. Noi siamo per la trasparenza, sempre. E i processi li vogliamo fare nei tribunali, non nei social. Quanto a noi sabato saremo con Italia Viva a Bologna. Domenica a Pistoia. Lunedi' a Milano. In quelle sedi dirò che cosa penso", conclude Renzi.