Scorrendo il curriculum di Antonello Nicosia, in stato di fermo con l’accusato di associazione mafiosa, salta all’occhio il suo principale impiego: direttore dell'Osservatorio internazionale dei diritti umani, onlus che si occupa della difesa dei diritti dei detenuti. Un ruolo che stride con le frasi pronunciate da Nicosia nelle intercettazioni che lo hanno incastrato nell’ambito nell'operazione "Passepartout" di Gico e Ros. “All'aeroporto bisogna cambiare il nome... Non va bene Falcone e Borsellino... Perché dobbiamo arriminare (girare, ndr) sempre la stessa merda... Sono vittime di un incidente sul lavoro, no?".
Gli impieghi politici
Ma Nicosia, 48 anni, di Sciacca (provincia di Agrigento) non è solo direttore della onlus: nel novembre scorso è stato eletto nel Comitato Nazionale dal XVII Congresso di Radicali Italiani. Ed è anche assistente parlamentare giuridico-psicopedagogico alla Camera dei deputati, in particolare della ignara deputata eletta tra Leu e passata tra le fila di Italia Viva Giuseppina Occhionero.
In virtù anche di questo ruolo sottolineava che riusciva ad accedere più agevolmente negli istituti penitenziari assieme ai parlamentari.
Inserito nella famiglia mafiosa
Per gli inquirenti Antonello Nicosia era a tutti gli effetti un “organico alla famiglia mafiosa saccense”, ‘grazie’ alle sue relazioni personali, emerse alle intercettazioni. Nicosia, oltre che essere in contatto diretto con il boss Accursio Dimino, scarcerato nel 2016 e detenuto anche al 41 bis, era ritenuto molto vicino al defunto capomafia di Castelvetrano, Francesco Messina Denaro, padre di Matteo, sarebbe stato anche in contatto con il boss latitante, Matteo Messina Denaro, "il primo ministro", come lo chiamava. Con Dimino, Nicosia discuteva di organizzare l'omicidio di un imprenditore di Sciacca, per impossessarsi delle sue aziende.
Di giorno, alla luce del sole, oltre a battersi per i diritti umani e condurre battaglie politiche, faceva anche il conduttore in tv della trasmissione "Mezz'ora d'aria". Sul suo profilo Facebook scrive di aver frequentato la facoltà di Scienze (non specifica se Naturali o altro) dell’università di Palermo e vanta un’esperienza da Teaching assistant presso la University of California, Santa Barbara.
"La collaborazione con me, durata solo quattro mesi, era nata in virtù del suo curriculum, in cui si spacciava per docente universitario oltre che di studioso dei diritti dei detenuti" ha detto la parlamentare di Italia Viva Giuseppina Occhionero, non coinvolta nella vicenda, "Non appena ho avuto modo di rendermi conto che il suo curriculum e i suoi racconti non corrispondevano alla realtà ho interrotto la collaborazione. Le visite in carcere peraltro sono parte del lavoro parlamentare a garanzia dei diritti sia dei detenuti sia di chi vi lavora".