A Roma, città che assomiglia sempre più a un supermarket della droga, il problema dello spaccio e dell’uso di sostanze stupefacenti si fa sentire. E non poco. Centinaia di piazza sono deputate al mercato dello sballo, 24 ore al giorno. L’assassinio di Luca Sacchi – il personal trainer 24enne freddato con un colpo di pistola alla nuca - ha riacceso l’attenzione su questa “epidemia” antica. Come è possibile affrontare questo problema? Come prevenirlo? Le farmacie in questo posso dare un contributo: vendono un test che con facilità e velocità permette di analizzare la presenza di sostanze stupefacenti nell’urina. Ma si tratta di un prodotto conosciuto e sfruttato dai cittadini?
Un semplice prodotto da “banco” come lo Screen Droga Test potrebbe essere un utile alleato, eppure, a sentire i responsabili e dipendenti di 15 farmacie e parafarmacie ubicate nel cuore della Capitale, il prodotto pare essere semi-sconosciuto. O, peggio, un nemico da evitare.
Un oggetto semisconosciuto
Cocaina, anfetamina, marijuana, metildiossimetamfetamina ma anche oppiacei, benzodiazepina, ketamina, barbiturici e marijuana sintetica K2/spice. Sono queste le sostanze intercettate da un normale test antidroga. La sua rapidità e sensibilità nel rilevare la presenza nel corpo di sostanze stupefacenti l’ha portato ad essere considerato il più accettato, come test di screening, per la ricerca simultanea di “droghe d’abuso”.
Chi lo compra
“Spesso sono madri preoccupate a venire in negozio per chiedere consigli sul prodotto da acquistare”, sottolinea una dipendente di una farmacia in zona Termini. I genitori costituiscono la stragrande maggioranza degli acquirenti. Sono pronti a richiedere il prodotto non tanto, o non solo, perché apprensivi o preoccupati. “D’altra parte, se non loro, chi potrebbe venire da noi per comprare il test? I diretti interessati? Difficile, soprattutto se si parla di giovani adulti. L’utilizzo di sostanze stupefacenti è un problema tabù, soprattutto tra gli adolescenti”, sottolinea il responsabile di un punto vendita vicino al Pantheon.
Spesso a richiederlo ai genitori sono gli allenatori di calcio, basket e pallavolo dei figli. “Una pratica, se pur molto rara, positiva”, commenta il responsabile di una farmacia adiacente a piazza del Popolo.
In proporzione, invece, sono pochi gli acquirenti che vogliono testare il prodotto su di sé. Di questo secondo gruppo fanno parte soprattutto autisti di mezzi pubblici e taxi. “Sono i loro capi a richiederlo. Lo fanno per mettere alla prova la loro idoneità alla guida. È rassicurante: significa che c’è voglia di sapere. E di controllare”, confida una farmacista in zona Flaminio.
La frequenza
Cinque delle quindici farmacie visitate non dispongono, direttamente in negozio, del test antidroga. Altre quattro lo ordinano su prenotazione: già dopo 12 ore il momento della richiesta, è pronto ad essere venduto. Sei, invece, presentano, tra gli scaffali, due o più versioni del prodotto. “I test – commenta una farmacista vicino alla fermata metropolitana di Barberini – sono specifici per rilevare la presenza di uno, cinque o anche otto tipi di droga. Tutto dipende da quale sostanza si vuole indagare. A ogni richiesta, infatti, corrisponde una specifica versione del prodotto”.
In ogni caso, gli acquisti sono minimi, nonostante il costo relativamente ridotto (nell’ordine dei 20 euro). “Oserei dire, quasi assenti: si parla di una sola vendita ogni due/tre mesi”, conferma la responsabile di una farmacia nei pressi dell’Altare della Patria, in piazza Venezia.
“Non ricordo quando ho venduto l’ultimo test: probabilmente è stato più di un anno fa. Sembra quasi che il problema della droga, e dunque della prevenzione, sia una questione che non riguarda mai noi ma sempre ‘gli altri’”, commenta una dipendente di una farmacia non lontana dalla Fontana di Trevi. “Quest’anno sono state due le scatole di Screen Droga Test ad uscire da questo negozio”, dichiara il responsabile di una parafarmacia, a pochi passi da Piazza del Popolo, dopo aver consultato i registri vendita.
Come utilizzare il prodotto
“Si tratta di un semplice stick da immergere nell’urina raccolta in un piccolo contenitore di plastica. In cinque minuti arriva il risultato. Niente di complicato”, rassicura il responsabile di una parafarmacia a San Lorenzo.
Un test antidroga come Screen Droga Test assomiglia a una chiavetta Usb. Il prodotto, quindi, prima di essere utilizzato va privato del cappuccio che copre l’estremità del prodotto. Successivamente, la parte scoperta va inserita verticalmente, in direzione delle frecce segnate sullo stick, nel campione per almeno 10/15 secondi. Deve essere immersa fino al livello delle righe ondulate disegnate, mai al di sopra.
A questo bisogno basterà rimettere il cappuccio al dispositivo e appoggiarlo su una superficie piana non assorbente. Dopo cinque minuti si potrà leggere il risultato, da non interpretare, però, una volta superati i 10 minuti dal momento dell’immersione. “Funziona come un test di gravidanza. Facile e veloce”, commenta una dipendente di una farmacia nella Chinatown di Piazza Vittorio.
Esito: positivo o negativo?
Una volta comprato e testato il prodotto, come interpretarne i risultati?
- Negativo, quindi urina “pulita”, se compare una banda colorata nella zona di controllo (rappresentata dalla lettera C) e una seconda nella zona reattiva (T) dello stick. In questo caso la concentrazione della droga in oggetto nell’urina è al di sotto del livello “cut-off” (livello minimo) rilevabile per quella specifica sostanza. Se è vero che la tonalità di colore nella zona reattiva (T) può variare, il risultato deve comunque essere considerato negativo ogni qualvolta compaia una debole banda colorata;
- Positivo, se c'è presenza di sostanze stupefacenti. In questo caso nel test compare una banda colorata nella zona di controllo, ma non in quella reattiva. Il risultato positivo indica che la concentrazione della droga in oggetto nell’urina è superiore al livello minimo rilevabile per quella specifica sostanza;
- Non valido, invece, quando risulta assente la banda di controllo. Le cause più plausibili possono essere un volume di campione insufficiente o un procedimento analitico errato. In questo caso, è consigliato ricontrollarlo e ripetere il test, utilizzando un nuovo pannello stick.
Un primo passo per fare prevenzione
In ogni modo, è bene ricordarlo, il test fornisce dati analitici preliminari. Infatti, ogni risultato per la determinazione della presenza di sostanze stupefacenti deve essere correlato a considerazioni cliniche e a un giudizio professionale, soprattutto quando il risultato è ‘positivo’. Infatti, qualora il risultato fosse ‘positivo’, sarebbe bene considerare di affidarsi a metodi di conferma come la gascromatografia e la spettrometria di massa. Inoltre, un risultato positivo indica la presenza di droga, o dei suoi metaboliti, ma non il livello d’intossicazione né la via di somministrazione o la concentrazione della sostanza nell’urina.
Parallelamente, un risultato negativo non implica necessariamente che il campione sia privo di droga: un risultato negativo, infatti, si può ottenere anche quando la sostanza stupefacente è presente ma a concentrazioni inferiori al livello di “cut-off” del test. Un altro limite del prodotto è che il test non è in grado di distinguere tra la droga ed un medicinale contenente la medesima sostanza: è questo è il caso dei “falsi positivi” ma anche dei “falsi negativi”.