L'offensiva turca nel nord della Siria contro i curdi ha prodotto nell'ultima settimana tanta partecipazione su Twitter, con un volume complessivo di oltre 28 mila tweet, destinato a crescere con l’evolvere delle operazioni nelle prossime ore. Sentiment prevalentemente negativo al 75%. Vicenda complessa e articolata, con diversi player internazionali coinvolti, in un’area del pianeta storicamente e militarmente “calda”.
In rete si commenta e si condivide con quasi 100 mila retweet ma il tasso di interazione tra utenti è molto basso (0,60%) rispetto alla media Twitter: si tratta di un tema che concentra l’audience su un fronte prevalentemente contrario alla guerra, nettamente ostile al conflitto; gli utenti rilanciano vicendevolmente i contenuti (l’alto numero di retweet lo conferma) ma non ritengono necessario ingaggiare conversazioni, attestandosi la maggior parte opinioni sugli stessi giudizi.
Il Governo e alcuni esponenti importanti dei principali politici hanno preso una netta posizione alla vendita di armamenti alla Turchia. Il segretario del PD, Nicola Zingaretti, chiama una mobilitazione: “Stop alla vendita di armi alla Turchia. Mobilitiamoci in tutta Italia al fianco del popolo curdo”.
I politici si schierano, Calenda e Boldrini attivissimi rispettivamente con il 225 e 14% delle condivisioni. Calenda propone una serie di provvedimenti molto concreti.
Fratelli d’Italia i più attivi sul tema col 14% dei contenuti, a volte anche polemici: “Ipocrisia del Parlamento sulla Turchia”. Ma è Matteo Renzi a ottenere la maggiore quantità di retweet (22%), ormai stabilmente da qualche settimana tra i politici più performanti sul social. Nettamente staccato Salvini (10%).
Il ministro di Luigi Di Maio vuole bloccare le vendite future di armi alla Turchia e ha avviato un’istruttoria sui contratti in essere. La disapprovazione, unitamente alla rabbia e alla gioia hanno riempito Twitter: sentimenti negativi a proposito delle armi e ovviamente positivi per l’intenzione di bloccarne la vendite.
Ma Guido Crosetto non è d’accordo sul blocco dell’export, utile solo a “salvarci la coscienza”. Sia i politici che l’audience ha discusso costantemente dell’offensiva turca dal 9 ottobre fino ad oggi: si tratta di un topic che non è divisivo ma al contrario compatta gli schieramenti.
La distribuzione dell’interesse è omogenea sull’intero territorio nazionale, con una lieve prevalenza al nord nell’area metropolitana di Milano. Il saluto militare dei calciatori turchi fa molto discutere: spontaneo o obbligato? Se lo chiedono in tanti, ma su Twitter nell’80% delle conversazioni si esprime dissenso e il sentiment è nettamente negativo.
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