Nei mesi del governo gialloverde "sono aumentati gli arrivi più propriamente illegali, quelli più esposti sul terreno della sicurezza": quel 90% degli sbarchi di migranti non veicolati dalle Ong ma dalle "barche fantasma", che "sfuggono a qualunque tipo di controllo". Per questo "andrebbe subito riattivata la missione Sophia nel Mediterraneo centrale".
Cosi' l'ex ministro dell'Interno Marco Minniti, in una lunga intervista al Foglio. "In questi mesi - sottolinea - abbiamo vissuto un gigantesco paradosso: una missione fondamentale per la lotta contro i trafficanti è stata riconfermata ma senza navi in mare. Siamo all'elogio del bizantinismo".
In generale, è l'analisi dell'esponente dem, "la partita vera dell'immigrazione non si gioca nel continente europeo né in Italia ma in Africa": se l'accordo di Malta "è un primo passo che segna tuttavia un cambio di approccio con una comune assunzione di responsabilità", secondo Minniti occorre "tornare alla Libia". "In Libia si era messo in campo un modello: chi ha diritto arriva da noi legalmente, chi non ha diritto torna indietro".
Un modello che "andava difeso, invece dall'insediamento del governo gialloverde ha cominciato a rallentarsi fino a fermarsi". In questi mesi, denuncia ancora l'ex ministro, "il governo ha accettato una diminuzione del nostro tradizionale ruolo in Libia, un paese che è l'espressione icastica di come un interesse nazionale possa giocarsi fuori dai confini nazionali. Oggi gran parte degli interessi nazionali italiani si determina in Libia, dai flussi migratori alle questioni energetiche, alla lotta al terrorismo. Se non fossi in modalità responsabile, starei quasi per dire che l'Italia, dopo averla di fatto dimenticata, deve tornare in Libia".