Poco più che un cucciolo, ma infallibile fiutatore di valuta. Un anno e due mesi ha Goro e non sbaglia un colpo. Il 'cash dog' impiegato all'aeroporto di Palermo è a suo modo un pioniere. E' il primo utilizzato al 'Falcone-Borsellino'. Questo brillante pastore tedesco ha compagni a quattro zampe di consolidata fama: Ugo, Zaros, Alex... dal naso allenato, però, a scovare droga. Qui è un'altra storia. Goro è unico, le banconote sono il suo pane, per quanto non facile da addentare, spiega all'Agi il capitano Graziano Rubino, comandante della Compagnia di Palermo - Punta Raisi della Guardia di finanza.
Un prodigio questo specialissimo amico dell'uomo, e mentre ne parla non nasconde la soddisfazione e la passione: Goro è arrivato a maggio, dopo un addestramento di sei mesi a Castiglione del Lago, totalmente diverso, dice Rubino, rispetto a quello riservato ai cacciatori di droga, più facile da individuare: "La cartamoneta è materia più complessa e il nostro Goro, da poco assegnato qui, è specializzato nel contrasto al traffico di valuta. Un elemento senza precedenti per il nostro aeroporto" sottolinea l'ufficiale delle fiamme gialle "mentre i cani sono già utilizzati in scali come Malpensa o Roma Fiumicino".
E' un fatto, riprende il capitano Rubino, "che il denaro abbia un odore completamente diverso, molto meno evidente. Lo stupefacente, gli acidi, si sentono. La valuta sensibilmente di meno ed è davvero la frontiera del contrasto al crimine. In estate passano da qui migliaia di passeggeri e di valigie ed è complicato se non impossibile controllarli tutti. L'utilizzo di un cane come Goro, che fiuta un bagaglio sospetto e davanti al quale si ferma, è un grosso aiuto".
Un esempio? Goro ha ultimamente beccato due imprenditori cinesi che, a fronte di debiti erariali per svariati milioni, non versavano nemmeno un euro nelle casse dello Stato. I conseguenti controlli valutari nei confronti dei due in partenza dallo scalo, condotti anche con l'ausilio del cash dog, hanno consentito di rilevare l'esportazione di banconote di grosso taglio nascoste nei doppi fondi delle valigie e tra gli effetti personali. La valuta, hanno detto gli interessati, era destinata al pagamento in contanti a proprietari di abitazioni prese in affitto per i soggiorni nel periodo estivo. Nei confronti dei proprietari degli immobili, tutti italiani, sono in corso ulteriori accertamenti per verificare eventuali canoni in nero.
Il 'cane antivaluta' si è rivelato, inoltre, particolarmente prezioso nei confronti di passeggeri in transito con contante per circa 25 mila euro. In un caso il sequestro ha riguardato due coniugi cinesi, in procinto di lasciare il Paese con banconote per oltre 11 mila euro, e risultati debitori dell'Erario per oltre 700 mila euro. L'altra operazione è stata effettuata nei confronti di un italiano, proveniente dal Belgio, che aveva con sé oltre 13 mila euro senza averli dichiarato: violazione che prevede una sanzione amministrativa pecuniaria che può arrivare al 50% dell'eccedenza che si tenta di trasferire e comportare il sequestro fino al 50% di tale importo.
Complessivamente sino a oggi sono stati verificati circa 700 passeggeri in transito, con la denuncia di 26 persone per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio, e il sequestro di circa 160 mila euro. Verbalizzati, infine, soggetti che avevano al seguito assegni per oltre 230 mila euro irregolarmente emessi, in violazione della normativa sull'imposta di bollo e antiriciclaggio.