Dovevano essere lavori di ristrutturazione di quello che negli anni Sessanta era stato l'alloggio del custode sull'isola di Tavolara, nel nord della Sardegna. Invece, nel cantiere posto sotto sequestro d'urgenza dalla procura di Tempio Pausania stava sorgendo una villa di circa 300 metri quadrati, su due piano, a un centinaio di metri dal mare. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale (Tpc) di Cagliari per violazioni urbanistico-ambientali.
L'area su cui sorge la villa, sulla cui legittimità aveva chiesto chiarimento il 26 agosto scorso il Gruppo d'intervento giuridico di Cagliari, è stata dichiarata dal Mibact di 'notevole interesse pubblico', ricade in zona Sic (sito di interesse comunitario, in Zps (zona di protezione speciale) e nell'oasi permanente di protezione faunistica 'Isole di Tavolara, Molara e Molarottoi'.
Nel sopralluogo nel cantiere i militari hanno riscontrato opere edili di demolizione e integrale ricostruzione in totale difformità e in variazione essenziale rispetto agli interventi di ristrutturazione e ampliamento (previsti dal cosiddetto 'piano casa') autorizzati dal comune di Olbia. In pratica, del vecchio fabbricato non è rimasto quasi più nulla, tranne un muretto esterno di delimitazione della corte (pochi metri) ed una piccola porzione di pavimentazione interna. I responsabili, ai quali sono contestate violazioni del codice del paesaggio, sono stati denunciati.