È finita oggi la fuga del caimano che era scomparso il 20 agosto dal Circo Martin a Orosei, nella provincia di Nuoro. Il rettile, lungo circa un metro, è apparso in buone condizioni di salute, avendo probabilmente trovato di che pascersi nell'area costiera dove si era dato alla macchia. Rimane da capire come il caimano avesse lasciato la sua teca: era stato rubato, come denunciato dai proprietari, era stato liberato dagli animalisti o era riuscito a darsi alla macchia in autonomia? In attesa che l'interrogativo trovi risposta, rimane ancora ignoto il destino di altri due animali in fuga che hanno dominato le cronache nelle ultime settimane: la pantera avvistata nel cremonese e l'ormai celebre orso M49, al centro di uno scontro politico tra le autorità altoatesine, che non ne escludono l'abbattimento, e il ministro dell'Ambiente Costa che vuole sia risparmiato a ogni costo.
Il primo avvistamento della pantera che sta scorazzando libera nel Cremonese risale alla mattina dell'11 agosto. A denunciarne l'avvistamento era stato un militare del Genio Guastatori che la aveva incrociata mentre girava in bicicletta alla periferia della città lombarda e, spaventato, aveva immediatamente avvertito i Carabinieri. Il pericoloso felino è stato successivamente rivisto in giro due volte: il 14 agosto da due donne nella zona tra il Sales e il Mento (ma non si esclude che la belva vista sfrecciare nella boscaglia possa essere stata un semplice cane nero di grosse dimensioni) e il 24 agosto, in località Cizzolo, quando un'altra signora ha visto il felino attraversarle la strada ed è riuscita a scattare anche una foto, che risulta però sfocata. Mentre le forze dell'ordine proseguono la caccia, nell'intera area è stato consigliato ai residenti di evitare di muoversi a piedi nelle zone con parecchia vegetazione.
Risale invece ormai al 15 luglio la fuga dell'orso bruno M49 dal recinto attrezzato del Casteller a sud di Trento, seguito da numerosi avvistamenti e dagli scatti di alcune fototrappole che ne hanno documentato il peregrinare. Si tratta di un maschio di tre anni e mezzo dal peso di circa 140 chili, al quale era stato rimosso il radiocollare dopo la cattura e che era riuscito a scavalcare il recinto inoltrandosi nel fitto bosco.
Il plantigrado, costantemente braccato dai forestali, un mese dopo aveva sconfinato in Alto Adige, dopo essersi lasciato dietro una scia di arnie distrutte nella zona di passo Lavazé e la carcassa di una mucca con cui si era rifocillato per affrontare il viaggio. Il 19 agosto l'animale, attratto da un cumulo di rifiuti, aveva inoltre attaccato una roulotte di pastori presso passo Oclini, costringendo i forestali a metterlo in fuga con proiettili di gomma. Un episodio che ha aumentato la preoccupazione delle comunità locali.
Sulla testa di M49, per gli amici Papillon, pendeva già un'ordinanza di cattura e abbattimento da parte delle autorità della provincia di Trento. Sconfinato in Alto Adige, il ministro Sergio Costa aveva chiesto alla provincia di Bolzano di non assumere iniziative analoghe. Ma l'appello è caduto nel vuoto: il 20 agosto, il giorno dopo l'attacco alla roulotte, il presidente della provincia, Arno Kompatscher ha firmato un'ordinanza di cattura con l'opzione di abbattimento qualora il plantigrado si riveli pericoloso per l'uomo.
L'ultimo avvistamento risale al 25 agosto, sempre nella zona tra passo Oclini e passo Lavazé in provincia di Bolzano. Nel frattempo i nuclei specializzati delle due province autonome hanno unito le forze e si stanno coordinando nel tentativo di riportare in cattività l'animale una volta per tutte. Ma l'orso più ricercato d'Italia non ne vuole sapere e continua la sua fuga.