Il Tar ha rigettato la richiesta dei familiari di Fabrizio Piscitelli, l'ultrà della Lazio ucciso mercoledì scorso con un colpo di pistola alla nuca, di annullare l'ordinanza della Questura di Roma che ha disposto funerali in forma privata domani alle 6 di mattina al cimitero Flaminio per "motivi di sicurezza".
La richiesta era stata fatta dopo che una lettera di Angela Piscitelli, sorella di Fabrizio, l'ex capo ultras della Lazio ucciso a Roma, era stata indirizzata "al questore Carmine Esposito, al prefetto di Roma e al ministro dell'Interno Matteo Salvini" dove si ribadiva l'intenzione "di celebrare liberamente il funerale di mio fratello usando tutti gli strumenti legali a disposizione in un paese democratico".
Dopo aver appreso del rigetto, la famiglia di Diabolik ha fatto sapere che domani mattina non è intenzionata a recarsi alle esequie private disposte con ordinanza del Questore di Roma alle 6 di mattina nel cimitero Flaminio."Dopo aver letto l'ordinanza con le motivazioni del Tar che respinge il nostro ricorso contro il divieto del Questore di Roma, decideremo se fare ricorso. Ma credo, vista la situazione, che lo faremo sicuramente", ha detto inoltre all'Agi l'avvocato Marco Marronaro, legale della famiglia. "I tempi - ha aggiunto il legale - non saranno però brevissimi".
A stretto giro è arrivato anche il commento del Questore, Carmine Esposito: "Il mio intendimento non è certo quello di interferire con la funzione religiosa, né tantomeno quello di negare questo momento ai suoi familiari. L'obiettivo della mia ordinanza è quello di evitare che si verifichino problemi di ordine pubblico''.
La presa di posizione dei familiari di Diabolik
"Le modalità di svolgimento dei funerali" sostiene Angela, "vengono decise dai familiari del deceduto in base ai principi della Costituzione che sono inalienabili; il tentativo di appropriarsi di un evento doloroso che dovrebbe essere circoscritto a parenti e amici per quanto numerosi siano, sembra dimostrare o la volontà di provocare offendendo la memoria di un essere umano, o dimostrano la paura e l'incapacità di gestire un evento luttuoso nel timore aprioristico che possa assumere proporzioni rilevanti".
"Non essendo un evento goliardico o di altro genere - continua la sorella di Diabolik - tutti coloro che vorranno presenziare alla cerimonia funebre saranno accomunati esclusivamente dal sentimento di dolore e di vicinanza affettiva per la morte di un amico, di un fratello, di un figlio, di un marito e di un padre che per quanto abbia avuto problemi giudiziari, peraltro tutti scontati personalmente, era e resta un essere umano".
In sostanza, il provvedimento "ferisce ulteriormente e profondamente i familiari di Fabrizio già tremendamente provati dalla sua tragica morte, in particolare un padre di 89 anni ed una madre di 80 anni, che certamente avrebbero voluto rendere il loro ultimo saluto al figlio alla luce del sole, non nell'ambito di una squallida procedura, che non si può certo definire cerimonia, quale quella imposta con tanta insensibile arroganza e prepotenza".
Gli arrivi dall'estero
A commentare i posssibili problemi è sato, nel weekend, Andrea Piscitelli, fratello di Diabolik: "Il diniego a celebrare i funerali in forma pubblica paradossalmente potrebbe finire con il comportare proprio quei problemi di ordine pubblico che l'ordinanza si propone di scongiurare. Arriveranno in migliaia, dall'Italia e dall'estero - premette Andrea - ma verranno solo a ricordare un amico che non c'è più, che motivo avrebbero di provocare incidenti? Vogliono far passare mio fratello per un delinquente anche dopo morto? Lui ha fatto i suoi errori e li ha pagati ma era buono d'animo, voleva bene a tutti ed ora ha diritto ad essere ricordato da chi ne voleva a lui. In un Paese democratico e civile ogni persona ha diritto ad un funerale cui siano liberi di partecipare parenti, conoscenti e amici. Se in questo caso gli amici sono 10 mila, non può rappresentare un problema... Non conta il dolore di un padre che ha 89 anni, ha bisogno dell'ossigeno, e non potrebbe andare da Colli Albani? Non conta il dolore di una madre che ne ha 80 e soffre di cuore? Ci hanno condannati ad un funerale in esilio, alle 6 di mattina, in clandestinità".