Sarà un luglio caldo, con temperature stabilmente sopra i 30 gradi, ma con frequenti temporali pomeridiani, causati dall'aria calda che tende a condensare lungo i rilievi per poi precipitare. Ci saranno anche le temute ondate di calore, e una è prevista da domenica 23 giugno. A tracciare lo scenario del clima estivo in Italia è Marina Baldi, climatologa del Cnr, interpellata dall'Agi. "Il caldo che è scoppiato nelle prime due settimane di giugno - spiega - è la conseguenza dell'ingresso in tutta l'area del Mediterraneo dell'anticiclone africano, che ha raggiunto anche la Francia e la Spagna. Il 21 giugno ha segnato l'inizio dell'estate astronomica, e da adesso in poi il caldo persisterà per tutto il mese di luglio con punte elevate che potranno raggiungere i 40 gradi in alcune località".
I temporali hanno già cominciato a manifestarsi. "Sulle Dolomiti abbiamo già un temporale al giorno - afferma Baldi - e a luglio ci aspettiamo precipitazioni sparse a carattere di rovescio nelle regioni centro-meridionali, nelle parti interne e sui rilievi dell'Appennino e delle Alpi, in particolare nelle aree del Nord-Est. Si tratta di temporali tipicamente estivi, brevi ma con tanta attività elettrica, quindi attenzione ai fulmini".
Lo sbalzo termico arrivato ai primi di giugno, dopo un mese di maggio molto fresco e piovoso, è l'effetto evidente dei cambiamenti climatici in atto. "Il caldo che si è verificato nelle prime due settimane di giugno con ondate di calore intense e prolungate - osserva l'esperta del Cnr - ricalca quanto accaduto negli ultimi 15 anni, e questo è un trend in crescita, che può essere attribuito ai cambiamenti climatici. Cioè a un riscaldamento generale dell'atmosfera dovuto all'inquinamento e a concentrazioni sempre più elevate di effetto serra".
Baldi cita alcuni dati significativi: "Tra la fine di maggio e i primi di giugno gli osservatori di Mauna Loa nelle isole Hawaii e gli osservatori italiani sul Monte Rosa e sul Monte Cimone hanno rilevato valori molto elevati di concentrazioni di Co2, uno dei gas più impattanti per l'effetto serra sul clima. Sono state superate 400 ppm per milione, valori mai raggiunti prima, purtroppo un record negativo. Queste concentrazioni - osserva Baldi - hanno sicuramente un effetto sul riscaldamento globale".