"Io strategicamente vi darei il suggerimento di chiudere tra il 27, 28 e 29". "Si vira su Viola, sì ragazzi". Si è difeso sostenendo di aver espresso soltanto "libere opinioni" e di "non aver mai realizzato dossier o fatto pressioni" nell'incontro notturno del 9 maggio scorso, alla presenza del pm Luca Palamara, del collega di partito Cosimo Ferri e di cinque togati del Csm.
Eppure quelle frasi, captate dalla procura di Perugia e finite nell'ampia documentazione trasmessa per competenza al Csm, sembrano attribuire un ruolo attivo dell'ex ministro dello Sport Luca Lotti, autosospeso dal Pd, nelle manovre che puntavano a rimuovere il procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, che ha messo sotto inchiesta i genitori dell'ex premier Renzi, e a scegliere un magistrato 'ad hoc' al posto del procuratore di Roma Giuseppe Pignatone andato in pensione poco più di un mese fa.
E su Roma Lotti, già sottosegretario di Renzi, ha un interesse personale: rischia di finire sotto processo per il caso Consip: è accusato di favoreggiamento per aver rivelato l'inchiesta a Luigi Marroni, ex amministratore delegato dell'azienda che gestisce gli appalti pubblici. Lotti fu iscritto sul registro degli indagati il 21 dicembre del 2016, il giorno dopo l'audizione, davanti ai pm di Napoli, dello stesso Marroni, che aveva ammesso di aver saputo dall'allora ministro dell'indagine aperta dalla procura partenopea.
Il fascicolo passò subito a Roma per competenza e il 27 dicembre Lotti si presentò a Piazzale Clodio per essere sentito dagli investigatori. Negò ogni circostanza e rimase fermo sulla sua posizione anche quando fu messo a confronto con Marroni, ritenuto dai pm di Roma testimone credibile e coerente. Alla prossima udienza gup del caso Consip, non è escluso che Lotti chieda di essere interrogato per ribadire, per l'ennesima volta, la propria estraneità ai fatti contestati.
Ma, intanto, deve fare i conti con questa vicenda che ha portato alle dimissioni di alcuni consiglieri del Csm e all'inchiesta che vede indagati, tra gli altri, lo stesso Palamara (corruzione) e il collega di piazzale Clodio Stefano Rocco Fava (favoreggiamento) autore di un esposto contro presunte violazioni formali a carico dell'ex procuratore Pignatone e dell'aggiunto Paolo Ielo, titolari, assieme al pm Mario Palazzi, del procedimento Consip.
"A Creazzo va messa paura"
"Creazzo ci va a Reggio? Gli va messa paura. Liberi Firenze", affermava in quell'incontro notturno (su cui sta indagando Perugia) Luca Lotti che poi chiedeva: "Poi però a Torino chi ci va? Scusate se vi faccio 'sta domanda". Alla risposta di Palamara: "Torino secondo me è ormai aperta", Lotti replica: "Non so, però per me è un pizzico legata alla difesa d'ufficio che devono fare loro due di una situazione fiorentina che sinceramente ve lo dico con franchezza è imbarazzante...".
E all'ex consigliere Luigi Csm Spina ("Cioè, l'unico che se ne va e noi te lo dobbiamo togliere dai coglioni il prima possibile") e a un altro interlocutore ("Ma Creazzo non ha fatto domanda per Torino?"), Lotti dimostrava di essere molto aggiornato: "No, no". Palamara: "Se lo mandi a Reggio liberi Firenze" e Lotti: "Se quello di Reggio va Torino, è evidente che questo posto è libero. E quando lui capisce che non c'è più posto per Roma, fa domanda e che se non fa domanda non lo sposta nessuno, ammesso che non ci sia, come voi mi insegnate a norma di regolamento un altro motivo".
Quanto alla frase intercettata ("si vira su Viola, sì ragazzi", riferita all'attuale pg di Firenze Marcello Viola, che ha incassato 4 voti su 6 dalla commissione per gli incarichi direttivi che deve nominare il successore di Pignatone) pronunciata dallo stesso deputato, per il pg di Cassazione Riccardo Fuzio, essa denota "un'azione collettiva di cui è partecipe lo stesso Lotti, che si include appunto tra i promotori/autori della decisione stessa". Il finale della frase ("sì, ragazzi"), "aggiunge una nota - ha evidenziato Fuzio - di inequivoca, indubbia familiarità con gli astanti".
Ma in quella riunione notturna del 9 maggio scorso si è parlato anche di David Ermini, vicepresidente a Palazzo dei Marescialli. Dall'atto con cui il pg di Cassazione comunica l'avvio dell'azione disciplinare nei confronti dei cinque consiglieri dell'organo di autogoverno emergono alcuni stralci della conversazione (intercettata) che si tenne con Lotti protagonista.
Eccola, Corrado (identificato come il togato Corrado Cartoni, componente della Disciplinare): "Ho problemi anche al disciplinare, ho problemi con Ermini". Palamara: "Eh appunto, fammi capi' questo". Lotti: "Eh ragazzi, queste vanno affrontate...queste cose". Corrado: "Io ci ho litigato con Ermini... Luca". Ferri: "Si è svegliato Corrado (ride)".
A questo punto - si legge nell'atto del pg Fuzio - i presenti scherzano su Ermini. Palamara: "E allora?". Corrado: "Digli qualcosa, si deve sveglia'". Ferri: "lo mette sempre in minoranza...raccontagli". Lotti: "Corra'... te che non c'eri all'inizio ma Ermini non è che (omissis)". Corrado: "Va bene se stamo per capi'". Lotti: "Peroò qualche messaggio gli va dato forte". Corrado: "Digli qualcosa... io ho un ottimo rapporto però ti fa proprio innervosire, ti fa uscire dai gangheri che delle cose... (omissis)". Corrado: "Sentito che è successo oggi?". Ferri: "Sì diglielo dai". A questo punto dopo una frase omissata, Lotti risponde: "Questo non va bene però", e Palamara: "Non va bene no" e ancora l'ex ministro: "Mica me l'avevate detto questo".