Commozione per Amanda Knox durante le testimonianze, al Festival della giustizia penale di Modena, di persone innocenti che hanno dovuto scontare il carcere a causa di errori giudiziari.
Seduta in platea nella sala grande del Forum Monzani, accanto al fidanzato Christopher Robinson, la 31enne di Seattle ha ascoltato con attenzione le storie di Peter Pringle ed Angelo Massaro e non ha trattenuto le lacrime.
Il primo, irlandese 80enne, rimase per 14 anni nel 'braccio della morte' per un omicidio al quale era totalmente estraneo. Il secondo, tarantino, sempre accusato di omicidio, è stato in carcere da innocente per 21 anni: l'errore giudiziario fu innescato da una intercettazione interpretata male. La sua vicenda giudiziaria si è conclusa con un'assoluzione.
La Knox, al termine dei due interventi, ha abbracciato affettuosamente Peter Pringle che già conosceva personalmente e ha salutato anche Massaro con cui ha scambiato qualche battuta. In mattinata c'era stato qualche momento di tensione. Per la massiccia presenza di fotografi ed operatori televisivi la 31enne, sempre sotto i 'riflettori' dal suo arrivo in Italia, aveva lasciato la sala insieme al fidanzato. Questi, infastidito dalla ressa aveva anche allontanato un fotografo. I due sono poi rientrati al convegno ed hanno assistito al prosieguo dei lavori.
Amanda Knox parlerà pubblicamente sabato nel corso di un incontro sul processo penale mediatico.
"Ci siamo messaggiati ultimamente e mi aveva detto che sarebbe venuta in Italia per questo convegno. Non ho però intenzione di incontrarla né di chiamarla" ha detto Raffale Sollecito alle Iene.
Accusato insieme ad Amanda Knox dell'omicidio di Meredith Kercher, nonostante l'assoluzione paga anvcora il prezzo del lungo processo. Aveva trovato lavoro come ingegnere in Francia "ma quando hanno fatto ulteriori indagini mi hanno detto chiaramente che non volevano avere a che fare con una persona che aveva una tale esposizione mediatica. Mi hanno discriminato per la cattiva pubblicità che mi è stata fatta". E così è tornato a vivere in Italia. "A breve dovrei cominciare un nuovo lavoro a Milano". E attacca: "Nessuno mi ha chiesto scusa, nessuno ha tentato di riabilitare la mia immagine. Neanche le istituzioni, che mi hanno negato il risarcimento che ho chiesto [per l'ingiusta detenzione, ndr.] con la vergognosa dichiarazione che in qualche modo questa cosa me la sia cercata".
Sollecito è stato in carcere quattro anni, dal 6 novembre del 2007 al 3 ottobre del 2011. Ma non ha ottenuto il risarcimento per ingiusta detenzione perché secondo la Cassazione aveva fornito "affermazioni menzognere e diffamatorie", così da rafforzare negli inquirenti "la prospettiva del suo coinvolgimento" che ha causato la sua carcerazione in via cautelare. "Tutto quello che ho fatto fino ad oggi lo devo a me e alla mia famiglia", spiega Sollecito a Le Iene. "Non ai media, non allo Stato, e questo nonostante sia stato assolto Per me questa cosa è vergognosa". E contro la stampa rincara la dose: "Da allora non credo più a quello che dice. Con me c'è stato il desiderio di fare ascolto e il desiderio di fare propaganda alle indagini della procura".