Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pubblico ministero Alessandra Russo hanno convalidato il sequestro probatorio della nave Mare Jonio, della Ong Mediterranea, sbarcata venerdì a Lampedusa dopo avere salvato 30 migranti in acque libiche.
L'ufficio diretto da Luigi Patronaggio ha ratificato il provvedimento adottato su iniziativa della Guardia di finanza, ritenendolo necessario - sottolineano fonti della procura - per eseguire alcuni accertamenti sull'imbarcazione.
Gli inquirenti contestano al comandante e all'armatore della Mare Jonio il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e due violazioni del codice della navigazione.
Si tratterebbe, comunque, allo stato, di un sequestro necessario per proseguire le indagini e accertare i fatti. La procura invece non ha convalidato il sequestro preventivo della nave, eseguito sempre lo scorso venerdì, sempre su iniziativa della Guardia di Finanza.
L'aver respinto l'ipotesi di sequestro preventivo è "un aspetto importante", sottolineano dalla Mediterranea saving humans, perché "la Guardia di finanza, su input del Viminale, intendeva usare il 'preventivo' per bloccare la Mare Jonio e impedirgli definitivamente di reiterare il reato".
La scelta della procura, secondo la Ong "è orientata dalla necessità di accertare i fatti e dunque di verificare attraverso un'indagine se vi sia o meno un reato".
Da leggersi in questo senso anche "la scelta di iscrivere nel registro degli indagati solo il comandante e il capo missione, e non l'intero equipaggio come pretendeva il Viminale. Come sempre noi siamo pronti a fornire ogni elemento utile per accertare la verità, certi di avere sempre rispettato il diritto e i diritti, oltre che la dignità della vita umana, al contrario di chi, da posizioni istituzionali, si rende complice della morte in mare o della cattura e della deportazione di donne uomini e bambini verso i lager di un paese in guerra come la Libia".