"Ho deciso di dire le cose come stanno, sono cambiate tante cose nella mia vita. Ora sono madre di tre figli e la mia versione sulle cene a casa di Silvio Berlusconi potrebbe cambiare". Fuori dall'aula del processo Ruby ter, Maristhell Polanco, una delle 'olgettine' imputate assieme al leader di Forza Italia, 'apre' a quella che sarebbe una sorprendente inversione di rotta rispetto a quanto da lei sempre sostenuto, cioè che a Villa San Martino, residenza dell'ex premier ad Arcore, si svolgessero solo cene 'innocenti', non a sfondo sessuale.
Nel corso del primo processo Ruby, in particolare, la giovane dominicana aveva raccontato di travestirsi "da Ilda Boccassini con la toga", allora accusa nel procedimento, "solo per fare ridere" e che nell'abitazione di Berlusconi andavano in scena spettacoli di burlesque.
Maristhell Polanco ha introdotto l'argomento del suo possibile cambio di rotta rispondendo alle domande dei cronisti sulla morte di Imane Fadil, la donna marocchina deceduta il primo marzo scorso per cause ancora da chiarire dopo un mese di agonia alla clinica Humanitas di Rozzano (Milano).
"Io e lei non siamo diverse, ho deciso di dire le cose come stanno", ha affermato ribattendo a un giornalista che le ha fatto notare come la posizione di Fadil fosse quella di parte civile che si riteneva danneggiata dal bunga - bunga, mentre lei riveste quella di imputata.
"Quello che ho detto in Questura - ha aggiunto - l'ho detto da indagata e quindi deve restare segreto. Desidero essere pulita con me stessa, di quello che dicono le altre non mi e' mai interessato niente. Prima ero diversa, ora sono una donna con tre figli, alla più grande che ha 13 anni ho detto le cose come stanno. Ora non c'è nulla di più importante della mia famiglia e dei miei figli".