Giuseppe Papantuono ha sparato contro i due carabinieri tutti i proiettili che aveva nel caricatore. A rivelarlo è il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, che indaga sull'uccisione del maresciallo, Vincenzo Di Gennaro, e del ferimento di Pasquale Casertano.
In una conferenza stampa, Vaccaro ha spiegato i particolari dell'agguato: "Papantuono ieri mattina ha chiamato i carabinieri che stavano transitando in quella strada con l'auto di servizio. I carabinieri si sono fermati e quando il maresciallo ha abbassato il finestrino per chiedere cosa fosse accaduto Papantuono ha colpito i due militari, sparando tutti i proiettili che vi erano nel caricatore della pistola".
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Papantuono, dopo aver sparato contro i due militari, ha cercato di impossessarsi delle loro pistole. Il carabiniere, vedendo il maresciallo ferito, ha fatto ripartire l'auto e Papantuono si è aggrappato al finestrino venendo trascinato per alcuni metri fino a quando non è caduto a terra dove è stato bloccato da agenti della polizia locale e da altri carabinieri giunti in soccorso.
Papantuono, che ha 65 anni, è stato fermato con l'accusa di omicidio con l'aggravante di averlo compiuto nei confronti di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle proprie funzioni.
Secondo quanto riferito da Vaccaro, l'uomo nei giorni scorsi aveva subito una perquisizione domiciliare perché trovato per strada in possesso di sostanze stupefacenti. In quella occasione aveva minacciato i carabinieri che avevano effettuato la perquisizione che non erano, però, quelli coinvolti nella sparatoria di Cagnano Varano. Nel decreto di fermo vengono contestati omicidio aggravato, tentato omicidio e porto abusivo di arma.
L'indagato durante l'interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere. Spiega ancora Vaccaro: "Non abbiamo contestato la premeditazione. La scelta è stata quella di attendere le sue dichiarazioni prima di procedere a questa accusa".
Nel corso della stessa conferenza stampa, il comandante provinciale dei carabinieri di Foggia, colonnello Marco Aquilio, ha rivolto parole commosse nei confronti del militare ucciso: "Era un bravissimo maresciallo che sapeva fare il carabiniere a tutto tondo, disponibile nei confronti della popolazione più debole e determinato con i criminali. Di Gennaro ha trascorso gran parte della sua carriera in Calabria. Dieci anni fa è arrivato in provincia di Foggia. Sicuramente a breve sarebbe diventato comandate di stazione".
Aquilio ha parlato anche del carabiniere ferito che, "benché ferito, aveva un proiettile conficcato a pochi centimetri dall'aorta, ha trovato la forza di partire con la macchina, raggiungere la guardia medica e prestare il suo soccorso al maresciallo".
"Era un grande lavoratore amava la sua divisa ed era un servitore vero dello Stato. Questi sono tutti i ricordi di mio figlio. Era molto cattolico e devoto a San Pio" dice Luigi di Gennaro padre di Vincenzo. "Era - continua - un credente e me lo hanno ucciso. I delinquenti me lo hanno ammazzato. Si presentava con il sorriso anche quando era serio. Era bravissimo. Amava la sua divisa e la indossava con amore. Aveva un grande rispetto per la sua divisa. Ha avuto una decina di encomi durante la sua carriera. Me lo hanno ammazzato".
Di Gennaro avrebbe presto sposato la compagna con cui conviveva e che lo ricorda come "un bravissimo ragazzo, veramente in gamba". S"orrideva sempre" dice Stefania Gualano, "Bisogna andare sempre avanti mi diceva. C'erano momenti in cui era giù di morale, però lui andava sempre avanti. Avevamo costruito una casa e stavamo progettando il matrimonio".