In Sicilia manca un aeroporto internazionale e anche i porti lasciano a desiderare, e questo a fronte di un dato positivo che negli ultimi anni ha fatto registrare un aumento del turismo, dopo la crisi. Anche di questo problema si è discusso nel corso della manifestazione “Sicilia da vivere. Terre, mare e uomini”, è la seconda puntata enogastronomica organizzata dall’associazione “Le terre di Ulisse”, che raccoglie 47 soci tra ristoratori, charming hotel, maestri pasticceri, produttori di vino e autorevoli aziende agroalimentari. E proprio per non trovarsi impreparati ad accogliere i turisti nel corso del dibattito sono stati messi in rilievo i temi della formazione, creazione di modelli di riferimento e narrazione, tre obiettivi al centro del dibattito delle tavole rotonde e dell’assemblea finale che si è conclusa ieri a Siracusa nel Grand Hotel Minareto.
Presidente da circa un anno Pino Cuttaia, chef due stelle della guida Michelin: “Finalmente abbiamo capito che il cibo è cultura e per questo deve essere tramandato. È una filiera: dall’agricoltura, con vigne, olivi e prodotti ortofrutticoli fino al ristorante. E di questa filiera fanno parte anche alcuni grandi alberghi stellati. Dobbiamo proteggere alcune ricette che fanno parte della cultura siciliana e oggi, anche i giovani stanno riscoprendo i vecchi mestieri. Giovani che all’estero si sono laureati in agraria, per esempio, e ora sono tornati in Sicilia e si sono dedicati all’agricoltura biologica”.
La cerimonia di inaugurazione si è tenuta domenica nel Grand Hotel Minareto (new entry nell’associazione Le Soste di Ulisse) che ha ospitato l’evento durato due giorni. “L’accoglienza è il vero lusso del terzo millennio” ha sottolineato Licia Granello, di Repubblica. Pertanto è importante dare più valore alla formazione del personale, in particolare quello di sala che deve imparare a narrare un piatto, un vino e a capire il cliente al primo sguardo come finissimi psicologi”.
Roberto Cassata, responsabile relazioni con il territorio Sicilia di Unicredit (tra gli sponsor della manifestazione) sottolinea quanto sia sempre più in crescita il turismo internazionale in Sicilia e quanto, di conseguenza, sia necessario essere pronti a soddisfare la richiesta e con strutture ricettive adeguate e collegamenti. Importante per incentivare la destagionalizzazione per un turismo in Sicilia attivo 12 mesi l’anno.
E proprio a proposito di trovarsi pronti alla richiesta turistica, vale la pena di citare gli ultimi dati del 2018 distribuiti dall’Osservatorio economico di Confartigianato: nell’Isola le presenze turistiche hanno raggiunto i 14,7 milioni, con un aumento del 7,3% negli ultimi dodici mesi (+1 milione sul 2016), valore vicino al massimo storico del 2014 di 14.704.926 presenze e il massimo storico di 4.857.542 arrivi (+449 mila sul 2016, pari al +10,2%).
La Sicilia si è classificata in decima posizione tra le regioni italiane per numero di arrivi, che rappresentano il 3,9% dei turisti che hanno effettuato un viaggio in Italia, e al 13° posto, per numero di presenze, che rappresentano il 3,5% del numero complessivo di notti trascorse dai clienti negli esercizi recettivi presenti in tutta la Penisola.
“Senza formazione non si va da nessuna parte", ha sottolineato lo chef Davide Scabin, per il quale “Il modello dell’associazione Le Soste di Ulisse deve essere preso come punto di riferimento e replicato nelle altre regioni italiane. E per fare questo bisogna codificare per fare formazione. Una codifica universale dei piatti di cucina siciliana”. Ed è proprio ciò che l’associazione vuole fare e il presidente de Le Soste di Ulisse, Pino Cuttaia ha aggiunto: “Codificare ricette e tramandarle. Ciascun associato de Le Soste di Ulisse è ambasciatore della propria terra. Abbiamo la responsabilità di tramandare ai giovani l’eredità della nostra cultura attraverso il racconto. Creiamo modelli di riferimento”.
Durante il dibattito è intervenuto anche Alessio Planeta, presidente Assovini Sicilia, che ha parlato di cucina dell’etica: “Bisogna accorciare la distanza tra ingrediente e cliente. Mettere in contatto chi è ospite negli hotel e ristoranti e i produttori. Organizzare incontri tra cliente e produttore. Verificare l’etica dei propri fornitori per migliorare la qualità del nostro lavoro. E, infine, organizzare iniziative di valorizzazione per i piccoli produttori”.
Per Pinuccio La Rosa, del direttivo de Le Soste di Ulisse, “Siamo in evoluzione ma non dobbiamo scordarci la figura del cliente, la persona più importante in un ristorante. Il maitre e il sommelier devono accoglierli in modo da farli sentire a casa propria. Il cliente è il protagonista, tutto il resto funge da contorno. E per questo la formazione è fondamentale. Le Soste di Ulisse hanno raggiunto un accordo con la Regione Sicilia per 200 posti disponibili per giovani studenti delle scuole alberghiere che potranno svolgere uno stage nelle strutture associate. Alcuni di loro avranno, inoltre, la possibilità di assunzione a tempo determinato e indeterminato”.
Nella due giorni due ospiti d’onore nominati per l’occasione ambasciatori delle Soste di Ulisse: l’attore Salvo Ficarra (che ha inaugurato la manifestazione) e lo chef Antonio Cannavacciuolo presente alla cena di gala, dove i cuochi dell’Associazione hanno proposto un piatto gourmet ciascuno. Infine la proclamazione dei nuovi 6 membri che sono entrati a far parte delle soste di Ulisse.