Nessuna discriminazione contro le donne, che anzi scelgono di restare al loro posto. Dietro le dimissioni di Lucetta Scaraffia dal mensile dell'Osservatore Romano "Donne Chiesa Mondo", scrive il quotidiano "La Croix", c'è piuttosto la reazione di una persona che non ha accettato la riduzione dell’influenza che le era stata permessa finora di esercitare sull'intero quotidiano della Santa Sede.
Alla vicenda l’autorevole quotidiano francese dedica un lungo articolo a firma di Robert Mickens, già direttore del giornale cattolico “The Tablet” ed opinionista sul Vaticano per la Bbc.
Il quale non è certo tenero con il modo in cui la donna viene spesso considerata dentro e fuori le Mura Leonine: “Troppi uomini dotati di autorità in campo ecclesiastico (specialmente chierici) non tengono in considerazione le donne, e tentano persino di tenerle sotto controllo”. Ma, aggiunge, “non è questo quello che è accaduto all’Osservatore Romano”.
Potere di decisione sulla linea editoriale
Questa la ricostruzione dei fatti: “Scaraffia fondò Donne Chiesa Mondo nel 2012" grazie "all’allora direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian. Tra i due c’è una amicizia personale e sono stati anche colleghi per molti anni all’Università di Roma, dove entrambi hanno insegnato storia”.
Ancora prima della creazione del mensile “Scaraffia era stata nominata da Vian editorialista dell’Osservatore Romano”, e questi “poco tempo dopo averla messa a sovrintendere la pubblicazione del mensile femminile, l’aveva nominata suo consigliere speciale”. Di conseguenza Scaraffia “potè svolgere un ruolo centrale persino nell’ambito delle decisioni editoriali del quotidiano”.
Tra l’altro “poteva decidere quali donne potessero sottoporre i loro contributi all’inserto, come anche decidere di quali argomenti femminili il giornale si occupasse e quale linea editoriale dovessero seguire gli articoli”. Inoltre “Vian le concedeva la libertà di rivedere le pagine del giornale prima che queste andassero in stampa” e “normalmente” Scaraffia “modificava i titoli e il contenuto di altre sezioni dell’Osservatore Romano”.
A un certo punto, secondo “La Croix”, le cose si complicano. Considerato responsabile dell’uscita di un articolo che aveva complicato il processo di distensione con la Chiesa Ortodossa, Vian “viene improvvisamente, e senza troppe storie, licenziato” e ne è “furioso, come anche Scaraffia.
In particolare perché “l’uomo chiamato a prendere il posto di Vian è Andrea Monda, un professore di religione amico di Padre Antonio Spadaro, a sua volta direttore della Civiltà Cattolica”.
Nella nuova situazione Scaraffia “si sente sempre più isolata e non protetta” anche perché “non ha più il ruolo di consigliere speciale del direttore ed ha perso il privilegio di compiere scelte editoriali in materia femminile sulle pagine del quotidiano”.
Leggi qui la posizione di Lucetta Scaraffia sulle sue dimissioni dal mensile dell'Osservatore Romano
"Sola tra le donne"
“Si può discutere se il Papa sia stato saggio nel nominare qualcuno privo di esperienza giornalistica alla direzione del quotidiano della Santa Sede”, scrive “La Croix” (in realtà Monda è stato per anni vaticanista de “Il Foglio”, ndr), “ma suggerire l’idea che sia un clericale o un sessista maschilista è cosa patentemente falsa”.
Quando Monda appena nominato "visita le varie sezioni del giornale” si trova di fronte ad una Scaraffia che “non gli permette nemmeno di essere presente ad una sola riunione del supplemento mensile”. E la ragione è “semplicemente che è un uomo”.
Comunque lei “non è l’unica donna di tutto il Vaticano”. Se Scaraffia denuncia nella lettera aperta data agli organi di stampa al momento delle dimissioni l’abbandono di tutto lo staff femminile del supplemento, “La Croix” nota che “tra le centinaia di donne che lavorano in Vaticano sarebbe difficile trovarne anche solo una decina disposta a riconoscerla come loro portavoce o a sottoscrivere le sue affermazioni su Monda”.
Di più: “Le sue affermazioni sulle dimissioni in blocco delle collaboratrici di Donna Chiesa Mondo sono assolutamente false”. Le due redattrici che si occupavano della testata “sono rimaste al loro posto”. Anzi, è quando si chiede in giro dell’ex direttrice che si sente parlare di una donna “che non accetta di collaborare se non è lei che comanda”.
A conclusione del resoconto, una nota di background: “Scaraffia si oppone all’ordinazione sacerdotale delle donne, e nel 2010 scrisse per l’Osservatore Romano un editoriale in cui sosteneva che proprio le donne siano in buona parte responsabili per le discriminazioni di cui sono oggetto all’interno della Chiesa, per via del loro atteggiamento fondamentalmente troppo dispotico e oltranzista nel presentare le proprie istanze”.