Piccolo o grande che sia, si è aperto un nuovo “caso” in Vaticano. Provocato dalle repentine quanto inattese dimissioni di Lucetta Scaraffia, docente universitaria alla Sapienza, scrittrice e giornalista per diverse testate, dalla direzione di Donne Chiesa Mondo, il mensile dell’Osservatore Romano “dedicato alle donne di tutto il mondo, con particolare attenzione al loro rapporto con la Chiesa”.
Rivista nata nel maggio 2012 sotto l’egida di Benedetto XVI, grazie anche alla direzione e allo sforzo di Gian Maria Vian che lo scorso 18 dicembre è stato sostituito alla guida del quotidiano vaticano da Andrea Monda, 53 anni, scrittore, saggista, pubblicista.
Secondo Lucetta Scaraffia, quella di Vian ha rappresentato “una svolta storica per il quotidiano della Santa Sede”. Ora, sotto la nuova guida “ci sembra che un’iniziativa vitale sia ridotta al silenzio e che si torni all’antiquato e arido costume della scelta dall’alto, sotto il diretto controllo maschile, di donne ritenute affidabili”, scrive la direttrice e professoressa in una lettera inviata a Papa Bergoglio che il Corriere della Sera ha pubblicato nella sua edizione online.
Lettera in cui nelle prime righe si legge: “Gettiamo la spugna perché ci sentiamo circondate da un clima di sfiducia e di delegittimazione progressiva, da uno sguardo in cui non avvertiamo stima e credito per continuare la nostra collaborazione”, questo il passaggio accusatorio più duro.
La parresia di Lucetta
Si scarta in questo modo, prosegue la missiva, “un lavoro positivo e un inizio di rapporto franco e sincero, un’occasione di parresia, per tornare all’autoreferenzialità clericale. Proprio quando questa strada viene denunciata da Lei come infeconda”.
Ora,“con la chiusura di ‘donne chiesa mondo’ – si legge ancora - si conclude, o meglio si spezza, un’esperienza nuova ed eccezionale per la Chiesa” dove “per la prima volta un gruppo di donne, che si sono organizzate autonomamente e che hanno votato al loro interno le cariche e l’ingresso di nuove redattrici, ha potuto lavorare nel cuore del Vaticano e della comunicazione della Santa Sede, con intelligenza e cuore liberi, grazie al consenso e all’appoggio di due papi”.
Si tratta, dunque, di un nuovo corso della rivista influenzata dal nuovo direttore? La risposta non è né semplice né diretta. Quel che è certo è negli ultimi tempi la rivista aveva denunciato con forza lo scandalo degli abusi sessuali e di potere commessi da alcuni sacerdoti e da vescovi a danno di altrettante suore.
In India, in Africa, in Sudamerica, in Asia ma anche in Europa. E in questo sostenuta anche dallo stesso Pontefice, che proprio lo scorso 5 febbraio nel corso di una conversazione di 45 minuti durante il volo di ritorno da Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, aveva ammesso che gli abusi sulle suore da parte di alcuni chierici “ci sono e ci stiamo lavorando”.
“Anche se occorre fare di più” ha aggiunto subito dopo. Battaglia che qualche mese prima, verso la fin di novembre, aveva conosciuto una nuova frontiera quando l’Unione Internazionale delle Superiori Generali (Uisg), in una dichiarazione “contro ogni forma di abuso”, aveva invitato le vittime a non restare in silenzio.
“Chiediamo che ogni donna religiosa che sia vittima di abusi denunci quanto accaduto alla superiora della propria congregazione e alle autorità ecclesiali e civili competenti” i comportamenti ritenuti scorretti e violenti, promettendo al tempo stesso sostegno, “ascolto e accompagnamento” a chi abbia “il coraggio di denunciare”.
Due direttori, una sola sensibilità
Negli ambienti vicini alla direzione di Donne chiesa mondo alla parola censura si preferisce accostare quella di “orientamento generale”, come se si trattasse di atteggiamenti di distrazione, abbandono della causa, indifferenza che hanno finito per avvolgere negli ultimi mesi la tematica.
Chi, tra gli osservatori vaticani, viene richiesto di un giudizio sulle eventuali differenze tra le figure di Vian e di Monda fa notare che entrambe sono state professionalità scelte da Papa Francesco in persona e che le sensibilità sono le stesse in entrambe.
Così come la loro sintonia con il Pontefice, il suo pensiero e le sue battaglie per il rinnovamento della Chiesa. E non manca chi ricorda che proprio il nuovo direttore Andrea Monda, a pochi giorni dall’insediamento alla direzione della rivista, lo scorso 18 dicembre, ha pubblicato un articolo su Papa Giovanni XXIII ricordando che nell’edizione dell’Osservatore Romano dell’epoca la notizia dell’intenzione del Pontefice di convocare il Concilio Vaticano II fu pubblicata sotto la rubrica delle brevi “Notizie Vaticane”.
Come a dire: insomma, non proprio un direttore incline alla censura. Del caso 'Donne Chiesa Mondo hanno parlato anche altri siti di informazione in queste ore.