Geronimo Stilton è finito in tribunale. Nessuna inchiesta controversa: a trascinare il topo giornalista protagonista di tante storie per bambini sono stati la disegnatrice, Elisabetta Dami, e l’editore, Pietro Marietti, che si danno battaglia per suddividersi il bottino. In ballo ci sono 100 milioni di royalties nei prossimi 65 anni, dopo che il topastro - si legge sul Corriere della Sera - già ha fruttato oltre 24 milioni di dividendi vari, e spinto la loro società IC a una stima già nel 2012 di 50 milioni di valore.
Geronimo, il topo da 140 milioni di libri
Nato alla fine degli anni ‘90 dalla penna di Elisabetta Dami, Geronimo Stilton è un topo giornalista che dirige l’Eco del Roditore nella città di Topazia. Puntualmente però si fa coinvolgere nelle avventure della sorella Tea, del cugino Trappola e del nipotino Benjamin. Le loro storie appassionano da anni i bambini di tutto il mondo tanto che il topo ha già venduto più di 140 milioni di libri tradotti in oltre 50 lingue del mondo, 33 milioni dei quali in Italia.
Le ragioni della causa
E pensare che le prime sei storie pubblicate da Elisabetta Dami all’inizio vendono poco, sicché l’autrice si rivolge al fondatore delle edizioni Piemme (oggi Mondadori), Pietro. Il sodalizio è vincente. I due sono ancora soci nella IC-International Characters sr (al 65% lei e al 35% lui) e amici. Fino al marzo 2016. Quando la 60enne disegnatrice contesta la validità proprio del principale contratto del 22 settembre 2003, dal quale nel 2016 si ritiene penalizzata per aver subìto un tipo di accordo che per soli 50.000 euro l’avrebbe privata di ogni riconoscimento per le sue attività artistiche. Da parte sua il 68enne Marietti definsce pretestuosa l’azione legale intentata da Dami a distanza di 13 anni, e sostiene che la socia abbia in realtà incassato dalla IC — convogliando i diritti sul personaggio nella società, e affidandone l’amministrazione esterna ai licenziatari Piemme e Atlantyca — 17 milioni di utili e 7 di compensi come amministratrice.
Non solo: il 17 ottobre 2016, riporta il Fatto Quotidiano, la società ha deliberato una transazione che, in cambio della definitiva cessione da parte di Dami di tutti i diritti di sfruttamento economico del topo, le riconosce una commissione perpetua per 65 anni, calcolata in percentuale sul fatturato generato nel mondo da libri, gadgets, cartoni animati, stimata in potenziali 100 milioni di euro. Per Mariotti si tratta di un golpe aziendale e allora denuncia per infedeltà patrimoniale due dei tre amministratori di Ic: il gip però decide per l’archiviazione perché Dami e i due amministratori avrebbero avviato non una “lite temeraria” ma un “legittimo esercizio di un diritto“. Caduta la controversia penale, resta quella civile.