Più assunzioni e lavoro meno estenuante: con queste richieste gli autisti di Amazon in Lombardia hanno fermato le consegne per un giorno, organizzando un presidio sotto gli uffici dell’azienda a Milano. Nel mirino di trasportatori e sindacati (battesimo di Maurizio Landini, appena diventato nuovo segretario generale della Cgil), c’è il software fornito da Amazon alle cooperative che svolgono il servizio di consegna, il quale non terrebbe conto di eventuali problemi nel trasporto o lungo la strada. Ma contattata da Agi, l’azienda replica: “Non sono costretti a usarlo, ci affidiamo a società sul territorio proprio perché conoscono la zona meglio del software: quello è solo un aiuto, ma la decisione è loro”.
Il software criticato dagli autisti
Fornita ai trasportatori che possono scaricarla su un dispositivo fornito da Amazon, “ma di loro proprietà”, l’app di Amazon calcola a inizio giornata il numero e l’ordine delle consegne da effettuare. “L’algoritmo si basa su tre fattori: orario di lavoro, quantità di pacchi da consegnare e distanze da coprire”, spiega una portavoce dell’azienda. Da questo momento, l’autista può decidere se aderire alle indicazioni stabilite dal dispositivo o se variare - in parte o del tutto - sulla base della propria esperienza. “Può capitare che ci siano problemi di connessione o che l’app non sia al corrente di variazioni sul tragitto: la decisione finale spetta all’esperienza di chi guida”.
Dunque il software dovrebbe essere tarato per garantire la fine delle consegne entro le nove ore del turno lavorativo. Ma nel caso in cui una consegna non dovesse essere possibile, “il trasportatore riporta il pacco in azienda, dove viene riassegnato per il giorno successivo, ma non ci sono ripercussioni sugli autisti”. O almeno non dovrebbero esserci, stando ad Amazon, che assicura di condurre degli audit per verificare che i fornitori terzi trattino i propri dipendenti in conformità con le Linee guida dei fornitori stabilite dall’azienda.
“Quando in passato abbiamo riscontrato dei problemi, per esempio sul ritardo nel pagamento dei salari, abbiamo rescisso il contratto con la cooperativa e fatto in modo che i trasportatori che vi lavoravano venissero riassorbiti dalle altre cooperative con cui collaboriamo”, precisano.
Inoltre, “circa il 90% degli autisti termina la propria giornata di lavoro prima delle 9 ore previste. Nel caso in cui venga richiesto straordinario, viene pagato il 30% in più come previsto dal contratto nazionale Trasporti e Logistica”.
I carichi di lavoro
Con undici centri di smistamento - di cui quattro solo in Lombardia a Burago, Origgio, Buccinasco e Rogoredo - la copertura di Amazon in Italia è capillare. L’azienda conta infatti circa 400 posti di lavoro indeterminati a stabilimento per un totale di oltre 5600 dipendenti. Pochi secondo i sindacati, ma sufficienti secondo le stime dell’azienda, che spiega la necessità di dover fare i conti con la stagionalità del settore.
“Assumiamo in somministrazione solo quando abbiamo periodi di picco delle vendite, come nel periodo natalizio o a luglio per il PrimeDay”, precisano da Amazon, “e in ogni caso il numero di pacchi da consegnare è assegnato ai fornitori di servizi di consegna in maniera appropriata e si basa sulla densità dell’area in cui devono essere effettuate le consegne, sulle ore di lavoro e sulla distanza che devono percorrere”. Densità che può determinare la differenza tra “un pacco ogni tre minuti”, nel caso in cui più pacchi vengano consegnati in palazzi vicini, a “uno ogni chilometro”, quando il cliente vive in campagna.
D’accordo con Amazon è anche il vicepresidente di Conftrasporto Paolo Uggè, che ha definito la protesta “strumentale”, in quanto “gli autotrasportatori non sono lavoratori diretti di Amazon ma di fornitori terzi”. “Va preso in considerazione anche il fatto che il mondo del trasporto sta mutando e dobbiamo prendere atto che la natura stagionale del lavoro di consegna per l’e-commerce porta necessariamente a un aumento delle assunzioni durante i periodi di picco, a cui segue un calo nei periodi immediatamente successivi”, ha precisato il vicepresidente.
A sposare la protesta dei lavoratori è invece Maurizio Landini, che oggi per la prima volta farà visita ai lavoratori nella nuova veste di segretario generale della Cgil: “Scioperano perché li stanno sfruttando: ma noi ci pensiamo alla qualità del lavoro di chi ci dà il servizio che abbiamo richiesto?”, ha commentato il segretario durante un incontro alla Luiss a Milano -. Mai come oggi il lavoro è stato frantumato con diritti diversi e in competizione tra di loro e non si può essere poveri lavorando”.