Quello della cacca dei cani è un problema universale. Civile prima di tutto: in molti continuano, nonostante le regolari raccomandazioni di tutte le amministrazioni locali, a non raccogliere gli escrementi del proprio animale domestico abbandonandoli al proprio destino sui marciapiedi delle nostre città; ma anche un problema ecologico perché anche chi, da buon cittadino, raccoglie diligentemente la cacca del proprio cane poi non ha modo di sbarazzarsene in maniera pulita. Sia perché spesso utilizziamo plastica non biodegradabile per la raccolta, sia perché sono le stesse feci dei cani a rappresentare un problema per lo smaltimento.
Tre ore di luce a lampione
Nel resto del mondo la cacca sta cominciando a rappresentare una fonte di energia sempre più utile e sfruttata. Nel Regno Unito Brian Harper, inventore pensionato, ha lavorato per tre anni e poi messo a punto un digestore anaerobico che trasforma la cacca dei cani in energia elettrica capace di alimentare un lampione per circa tre ore.
Un funzionamento abbastanza elementare, si raccolgono le feci con della carta e si buttano dentro questo aggeggio simile in tutto e per tutto ad una lavatrice; il macchinario lavora con i microorganismi creando luce per il lampione e fertilizzante.
300 chilometri con un pieno di organico
Ma non è il primo esperimento in questo senso: se doveste trovarvi a Bristol, per raggiungere l’aeroporto potreste utilizzare anche il primo “bio-bus” del mondo, ovvero un bus alimentato interamente a gas generato da acque reflue e rifiuti alimentari, capace di macinare 300km con un pieno.
L’azienda che lo produce, la GENeco, già in passato aveva messo su strada un maggiolino alimentato allo stesso modo e, come scrive The Guardian, “gestisce anche una struttura che tratta i liquami e gli scarichi alimentari umani per generare biometano arricchito che viene iniettato nella rete, fornendo combustibile per circa 5.000-6.000 abitazioni”.
Servizi riservati
A Waterloo nell'Ontario, in Canada, gli amministratori locali hanno installato nei tre principali parchi della città una struttura in cemento dove vengono obbligati i dog sitter della città a far defecare gli animali che accudiscono; poi l’azienda che si occupa di rifiuti passa a ritirare il materiale che viene lavorato e trasformato in parte in energia e in parte rivenduto ai coltivatori della zona come fertilizzante. Tutte soluzioni che potrebbero rivelarsi illuminanti per le amministrazioni locali italiane, dato lo stato di degrado in cui versano i marciapiedi di molte nostre città. Ciò che ci finisce sotto le scarpe potrebbe valere una vera fortuna, dovremo rinunciare ad un po' di fortuna, è vero, ma potrebbe valerne la pena.