Il traffico dati che passa per i portali che offrono contenuti in streaming di natura pornografica sono esponenzialmente superiori a qualsiasi altro competitor di video in streaming come Netflix, Amazon e Hulu: tutti insieme, i siti ai quali siamo abbonati per l’intrattenimento video non raggiungono il flusso di dati di Pornhub; e nemmeno il fatturato, se pensate che il portale porno più famoso del mondo porta a casa circa 97 miliardi di dollari l’anno e Netflix si ferma a poco più di 11. Lo rivela Quartz con un'inchiesta.
“È la zia pazza che abita in soffitta – ha definito la pornografia il New York Times parlando della sua influenza sul mercato di Wall Street - tutti sanno che lei è lì, ma non si può dire nulla al riguardo”. La più importante società che gestisce la pornografia online è la MindGeek, che possiede una rete di siti porno che comprende anche YouPorn e RedTube; una rete da 125 milioni di visite giornaliere. Questi numeri non fanno di MindGeek solo la più importante azienda del settore ma, soprattutto, l’azienda che tiene sotto mano il più imponente numero di dati riguardo i propri utenti. Questa è la sua vera forza, scrive Quartz.
Bassi costi, ricavi altissimi
Credete che il vostro migliore amico sia l’algoritmo di Netflix capace di suggerirvi quella serie diventata poi la vostra preferita? Non è così. Nessuno conosce meglio i propri utenti di MindGeek, e non c’è bisogno di specificare quanto i contenuti pornografici siano esponenzialmente i più cliccati sul web. L’asso nella manica di MindGeek sono prima di tutto i costi: i video che offre Netflix a Netflix costano una valanga di soldi, gran parte dei contenuti di Pornhub sono caricati (quindi, se vogliamo, prodotti) direttamente dagli utenti, chiaramente senza dover mai pagare un cachet milionario a Brad Pitt.
Ma Pornhub va decisamente oltre: il portale Pornhub Insights ha dedicato alla nostra penisola un intero report. Quella che noi leggiamo come una normale statistica, in termini di dati, risulta valere un patrimonio. Kal Raustiala, professore alla Scuola di diritto e Istituto internazionale UCLA, ha dichiarato a Quartz: “Lo streaming non riguarda solo la distribuzione dei contenuti, ma anche la comunicazione, quando trasmetti in streaming un video o ascolti una canzone, stai inviando informazioni che possono essere misurate. Per questo lo stesso Raustiala, insieme a Christopher Spigman, professore alla New York University Law School, ha dedicato alla questione un intero studio, arrivando a capire che sulla questione dati MindGeek risulta all’avanguardia rispetto a qualsiasi altra piattaforma per quanto riguarda l’analisi dei dati.
Catalogazione estrema dei dati
Per fare un esempio, in questo studio viene spiegata la geniale strategia di Pornhub per quanto concerne i “copy” dei video, ovvero le descrizioni. La piccola “sceneggiatura”, come la chiamano i professori, permette molto più facilmente di “determinare quale variabile ha prodotto il massimo spettatore”. Quindi abiti utilizzati (o più che altro tolti), posizioni e pratiche (chiaramente), ambientazioni e perfino luci e mobili presenti nel video. Tutto catalogato con un click. 125 milioni di volte al giorno, tutti i giorni in tutto il mondo.
Netflix, specie dopo essere diventata una realtà globale, ha provato a fare una cosa simile, dividendo i suoi utenti in 1.300 diverse “comunità del gusto”, così le ha chiamate, provando in pratica, a catalogare le nostre preferenze per offrire un servizio migliore si, ma anche (soprattutto?) per saperne il più possibile di noi, in modo tale da fornire prodotti sempre più perfetti rispetto a ciò che ci piace guardare di solito.
Cary Fukunaga, regista che avevamo già conosciuto anni fa per la splendida serie True detective, ha ammesso in un’intervista a GQ che nell’ideazione e realizzazione della sua nuova opera, Maniac, già disponibile su Netflix, importanti decisioni sono state prese di conseguenza ai risultati dettati dagli algoritmi della piattaforma. Insomma, un regista o un attore possono essere più o meno bravi, ma non lavorano più nel nome di un messaggio o di un’ispirazione prettamente “artistica”, ma forniscono semplicemente un prodotto che, su carta, noi gli abbiamo ordinato, come in un qualsiasi fast-food.
Netflix si è rifiutata di commentare. Ma parliamo sempre di contenuti altamente costosi, Netflix non potrà mai inseguire i trend con la stessa stupefacente velocità di Pornhub. Come scrive sempre Quartz, “nel 2017, l'anno di #MeToo, il termine più ricercato su PornHub è stato "Porn for Women", seguito da "Rick and Morty" e "Fidget Spinners", altri due fenomeni che sono decollati quell'anno. Nel 2018, le prime due ricerche sono state "Stormy Daniels" e "Fortnite". Secondo Pornhub Insights, le ricerche erotiche riguardanti i personaggi della Marvel sono cresciute esponenzialmente dopo l’uscita al cinema di Avengers: Infinity War”.
Privacy e riservatezza
Ma tranquilli, tutti questi dati non vengono utilizzati all’esterno dell’azienda, MinGeek non vende nulla, utilizza tutto per rendere sempre più specifico, anzi personale, anzi intimo, il proprio servizio; ed è così che esercita il proprio potere, non ha bisogno di vendere ma semplicemente di oliare alla perfezione il meccanismo affinché tutti, come pedine che passano dal Via a Monopoly, prima o poi (spessissimo a quanto pare), ritornino a fargli visita.
La rivista The Cut infatti ha definito Pornhub “il rapporto Kinsey del nostro tempo. L'impero sessuale in streaming potrebbe aver fatto di più per espandere il mondo dei sogni sessuali rispetto Helen Gurley Brown, Masters and Johnson, o Sigmund Freud”. La giornalista, Maureen O'Connor, ci spiega che grazie alla pornografia online tutto diventa “sessualizzabile”, perfino Fortnite, il videogioco più popolare al momento nel mondo, che è anche una delle parole più ricercate del 2018 sulla piattaforma pornografica.
Pornografia e innovazione tecnologica
Oggi la tecnologia rende tutto possibile, per cui se su un sito puoi simulare una guerra, come avviene in Fortnite, in un altro la puoi rendere pornografica. Una evoluzione alla quale Pornhub strizza l’occhio, anzi ne è proprio fautore; la pornografia si è dimostrata velocissima per quanto riguarda le innovazioni, aggiunge l’inchiesta di Quartz: VHS, instant messaging, e-commerce, streaming video. Sempre in prima linea. Sempre un passo avanti agli altri. Shira Tarrant, professore di Women's, Gender e Sexuality Studies presso la California University e autore di The Pornography Industry, afferma: "Tecnologia e materiale sessualmente esplicito sono sempre andati di pari passo".
E i più piccoli, i bambini che hanno sempre più accesso libero ai cellulari o agli ipad dei genitori, non rischiano di entrare in contatto precocemente con contenuti vietati ai minori che potrebbero distorcere per sempre la loro idea di sessualità? Certo che è così. Per questo Pornhub ha pensato alla creazione anche di un portale sull’educazione sessuale. Il tracciamento delle abitudini comincia sempre prima.