Il rogo dell'impianto di trattamento di rifiuti in via Salaria, avvenuto all'alba a Roma, rischia di creare una grave crisi nella capitale a Natale, quando la produzione di immondizia aumenta, con rischi per l'ambiente e la salute dei cittadini ancora da stimare ma potenzialmente ingenti. Il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, intervenuto sul posto insieme alla sindaca Virginia Raggi, ha assicurato che "al momento non c'è una situazione di emergenza, ci sono le centraline Arpa in funzione, rassicuriamo che il monitoraggio prosegue".
"Al momento Arpa ha comunicato che i valori sono a livelli ordinari", ha dichiarato la sindaca, dopo la visita all'impianto Ama Tmb (Trattamento meccanico-biologico), "vogliamo lanciare un messaggio rassicurante, stiamo lavorando per evitare altre criticità sia a livello ordinario che durante le feste di Natale quando ci sarà un picco per i rifiuti. C'è una Cabina di regia tecnica aperta che sta lavorando sul ciclo di gestione dei rifiuti che fino ad oggi venivano portati al Salario".
"È una catastrofe"
Secondo Daniele Fortini, ex presidente di Ama (la municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti nella capitale), "la combustione di 3 mila tonnellate di rifiuti ha sprigionato la quantità di diossina che 100 inceneritori fanno in un anno". "È una catastrofe - aggiunge Fortini, tra i massimi esperti italiani del settore, intervistato da Servizio Pubblico, "l'impianto del Salario è distrutto e andrà demolito, l'Ama e la raccolta di rifiuti a Roma, con un solo impianto funzionante, è in ginocchio".
L'impianto era fondamentale per trattare i rifiuti e renderli trasportabili in altre regioni e all'estero. Da oggi questo non sarà più possibile. "Nel 2019 l'impianto del Salario avrebbe dovuto smaltire 200 mila tonnellate di rifiuti: dove andranno a finire adesso quei rifiuti? - si chiede Fortini nel Forum con la redazione della testata di Michele Santoro - Raggi fa appello alle altre regioni, ma come può pensare che altri si facciano carico di una quantità simile?".
#Roma #11dic 11:45, sotto controllo l’#incendio della discarica sulla #Salaria. Ancora lunghe le operazioni per il completo spegnimento pic.twitter.com/U384vVz7uB
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) 11 dicembre 2018
Perché l'allarme è stato dato così tardi?
Le cause del rogo sono ancora tutte da chiarire, e desta qualche interrogativo il fatto che le fiamme abbiano avuto il tempo di distruggere l'impianto prima che qualcuno desse l'allarme, visto che dopo l'incendio del 2015 l'impianto era stato dotato di un sistema di sorveglianza con sensori e videocamere all'avanguardia. E non a caso Fortini sottolinea che "al di là delle cause, che potrebbero tranquillamente essere non dolose come una scintilla capace di incendiare il biogas e quindi la plastica, ciò che colpisce sono i tempi di reazione rispetto a una combustione del genere, che tipicamente si sviluppa lentamente, in un impianto strategico e ben sorvegliato".
Dall'impianto, fin dalle prime ore del mattino si è alzata una densa nube di fumo nero, generando preoccupazione nei residenti e portando alla chiusura di un asilo nelle vicinanze, con l'odore acro della combustione che ha invaso anche il centro città. L'ex ad di Ama snocciola quindi numeri che a suo dire fotografano l'emergenza rifiuti della Capitale: "il disastro di oggi si innesta sull'inerzia del sistema, la differenziata è cresciuta solo dell'1,5%. dal 2016 al 2017, e complessivamente siamo fermi al 42% contro il 55% delle previsioni. L'investimento previsto sugli impianti per il 2018 è di 15 miloni, che bastano appena per qualche riparazione, mentre la qualità dei materiali raccolti si riduce. Al di là dell'attribuzione di colpe non si può non constatare che i risultati dell'amministrazione siano deludenti, non si vede un percorso".
#Roma, vasta #nuvola di fumo per un incendio in un sito di stoccaggio dei rifiuti. Le immagini da uno dei nostri #elicotteri. #Carabinieri #TmbSalario #11dicembre pic.twitter.com/le1YDs30dY
— Arma dei Carabinieri (@_Carabinieri_) 11 dicembre 2018
Le telecamere erano spente dal 7 dicembre
È emerso che le telecamere di sorveglianza del Tmb Salario, usate anche sulla vasca di ricezione dei rifiuti indifferenziati andata a fuoco nella notte, non erano in funzione dal sette dicembre scorso. Lo si è appreso dopo il sopralluogo svolto nella struttura questa mattina dai pm della Procura di Roma: il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia e i sostituti Luigia Spinelli e Carlo Villani. Il rogo, a quanto si apprende, sarebbe divampato per ragioni ancora da accertare in un'area del Tmb alla quale non si puo' accedere dall'esterno.
La procura di Roma indaga per disastro colposo. I magistrati sono in attesa delle informative delle forze dell'ordine che sono arrivate sul posto dopo aver ricevuto una segnalazione dai vigilantes presenti nella struttura. Non è esclusa anche l'ipotesi del reato di danneggiamento seguito da incendio, così come non è esclusa l'ipotesi di sabotaggio. Ora il sito verrà parzialmente sequestrato, la struttura e' comunque del tutto inagibile. Gli inquirenti hanno dato mandato ai Vigili del Fuoco di analizzare sia la parte umida dei rifiuti sia il Cdr per verificare come venivano trattati.
Raggi e Costa contestati dai cittadini
Alcuni cittadini dei quartieri limitrofi a via Salaria, dove nella notte è divampato un incendio nel deposito rifiuti Tmb Ama, hanno contestato le dichiarazioni di Raggi e Costa, durante la conferenza stampa convocata in loco per fare il punto sull'emergenza. "Dimissioni, incapaci, vergognatevi", hanno gridato alcuni. "Questo Tmb - hanno aggiunto - è obsoleto, va chiuso, non spendete più soldi". Alla conferenza erano presenti anche il prefetto Paola Basilone e l'assessore regionale all'Ambiente, Massimiliano Valeriano.
La sindaca ha confermato "l'impegno che avevo preso a tutela di Roma e dei romani è di chiudere l'impianto entro la fine del mio mandato, se non prima. L'impegno rimane". Costa ha invece fatto appello "a tutte le Regioni": "Ora dobbiamo risolvere la questione delle 800 tonnellate che ogni giorno arrivano qui e che devono trovare ospitalità altrove".